La tragica vicenda della signora Anna Maria Ascenzi, morta oggi per shock anafilattico, in seguito alla puntura di un calabrone, per l’ impossibilità di ricevere prontamente e con mezzi adeguati i soccorsi necessari, ripropone drammaticamente la questione dell’ ex Ospedale di Anagni.
A distanza di 4 giorni la trasformazione del PPI in PAT, strana presenza che replica servizi ambulatoriali già esistenti, dimostra di essere totalmente incapace di prestare l’ immediato soccorso ai casi urgentissimi per i quali, come in questo caso, a nulla sarebbe valso il trasferimento nell’ ospedale di Alatri o Frosinone senza una previa stabilizzazione che è inattuabile dal Pat.
E una corsa a sirene spiegate avrebbe comunque richiesto un tempo fatale per un paziente in codice rosso, non stabilizzato.
Vanno poi sottolineate le inesattezze delle informazioni presenti nei comunicati ASL, relative all’intera vicenda dell’ ospedale, sulle date della chiusura a tappe della struttura, sugli effetti del Decreto Ministeriale 70-2015 citato a sproposito, su quanto sottoscritto nell’atto Aziendale firmato nell’agosto 2017 e, da non dimenticare, sul fatto che si attende la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso alla sentenza del Tar, presentato dal Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni. Ricordiamo in particolare che è proprio nell’atto aziendale della Asl di Frosinone che è riportato l’ inserimento del presidio di Anagni nell’area di emergenza dell’ospedale Frosinone –Alatri – Anagni.
Appare quindi contraddittoria, oltre che ridicola, la considerazione che ci sia chi induce nei cittadini l’ idea della presenza di un Pronto Soccorso! A parte che questa è l’idea della Asl, i cittadini, i sindaci del territorio, le associazioni dal canto loro lo sanno bene che non c’è e chiedono da tempo, in tutti i loro documenti, evidentemente non letti, un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’
emergenza –urgenza.
Assurdo, poi, che i comunicati Asl dicano che il servizio Pat equivalga a quello del PPI (“Ad Anagni si è deciso di erogare un servizio con Medici di Medicina Generale abituati a fronteggiare problematiche di ogni tipo”) , anzi si addice meglio alla situazione di Anagni , per poi negarlo. Evidentemente la logica è sgangherata quanto i servizi nelle menti dell’attuale inaffidabile direzione aziendale!
Abbiamo assistito oggi al tragico fallimento del PAT, anzi alla sua pericolosità. Quanto accaduto mette in luce dolorosamente che la dirigenza ASL, gli organi politici superiori sono sordi ad ogni dialogo e ipotesi di porre attenzione alla realtà territoriale e alle sue drammatiche necessità di assistenza sanitaria pubblica. E’ sconfortante pensare che neanche l’assurda fine di un povero cittadino della Repubblica induca a riflettere su quali misure adottare affinché non si ripetano simili tragedie. Del resto come potrebbe essere altrimenti visto che, come finora dimostrato, l’obiettivo di lorsignori è la chiusura totale di Anagni e la diminuzione degli spazi di sanità pubblica?
Partecipiamo al dolore per la scomparsa dell’amica e compagna Annamaria.
Il Comitato salviamo l’ Ospedale di Anagni
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