lunedì 30 giugno 2014

Considerazioni sull'ospedale in vista della prossima consulta dei sindaci.

In vista della consulta dei sindaci di tutta la provincia, per l'atto aziendale, è importante che i sindaci dell'area nord uniscano le forze, creando un fronte compatto, e non siano subordinati ad altre realtà territoriali che sicuramente si sono sapute difendere meglio.

1 - E' fondamentale che l'ospedale di Anagni rientri nel circuito degli ospedali regionali. Adesso è stato estromesso e le sue prestazioni non vengono nemmeno conteggiate.

2 - Va messo bene in chiaro che la chiusura dell'ospedale di Anagni è una chiusura "politica"
e non basata su reali esigenze territoriali (la necessità di un ospedale è stata riconosciuta dal Consiglio di Stato con l'ordinanza n.3629/2011). Il blocco dei ricoveri, motivato da ragioni di sicurezza, avvenne in meno di 24 ore, nell'autunno 2012, in seguito alla richiesta, da parte del Ministero della Salute, di ulteriori tagli di posti a tutte le province laziali. I pesci grandi mangiarono quelli piccoli.
Nel chiudere il nostro ospedale non si è tenuto conto, ad esempio, che la nostra è una delle 44 zone più inquinate d'Italia e, date le numerose patologie tumorali, avrebbe necessità, tra l'altro, di un polo oncologico
e dell'istituzione del registro dei tumori per tutta la valle del Sacco.

3 - La Regione deve garantire i livelli minimi di assistenza uguali per tutto il territorio
Per questo è fondamentale la presenza di medici a bordo dell'ambulanze. I codici rossi della provincia e della Regione devono essere trattati tutti allo stesso modo. Ci sono casi  documentati di persone che forse hanno pagato con la vita le lungaggini dei soccorsi.


4 - Come punto di partenza tutti i sindaci potrebbero appoggiare la proposta dell'assessore Roiati, persona preparata e competente, di far aderire Anagni al progetto (in cooperazione con gli ospedali di Subiaco, Monterotondo e Bracciano) che dovrebbe consentire di avere strutture  di day surgery, osservazione breve e posti di ricovero.
E' fondamentale, comunque, la presenza di un pronto soccorso, considerando un bacino d'utenza di 80.000 abitanti, l'esistenza di 7 aziende a elevato rischio di incidente (legge Seveso bis), dell'autostrada, della TAV e del metanodotto.

La cattiva politica ci ha privato del diritto alla salute, solo quella buona ci potrà far riemergere dalla situazione di abbandono.

Il Comitato Salviamo l'ospedale di Anagni sta, comunque, continuando la sua battaglia legale.


Carlo Ribaudo, è uno dei promotori del Comitato Salviamo l'ospedale di Anagni; ha partecipato, con il Comitato, alle riunioni  preparatorie, in Comune, in vista dell'atto aziendale 2013.

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