Comunicato stampa del giorno 18 settembre 2016
Guglielmo da Baskerville, il mitico francescano protagonista de Il Nome della rosa di Umberto Eco, ha tappezzato le pareti del presidio ospedaliero di Anagni con dei volantini in cui si chiede ai politici, al manager asl, agli assessori e al governatore regionale di rispondere ad una sola domanda: a cosa serve il PAT? Il PAT (Presidio ambulatoriale territoriale), come da noi più volte evidenziato, non serve assolutamente a niente, ma costa a noi contribuenti un bel po’ di soldi, almeno 325.000 euro.
Nel Presidio sanitario di Anagni (ex ospedale civile) attualmente la situazione appare estremamente paradossale per la coesistenza di Guardia Medica, PAT e PPI (Punto di primo intervento) in un sovrapporsi caotico di funzioni che si vorrebbero tutte trasbordare forzosamente nel PAT; è bene puntualizzare che il PPI svolge una attività comunque di emergenza (stabilizzazione del paziente anche con l’ausilio dei servizi di laboratorio e radiologia), che la guardia medica svolge una propria attività assistenziale da decenni per i pazienti del territorio e che non c’è nessuna necessità di un PAT per svolgere le funzioni proprie dei medici di medicina generale.
Non vogliamo entrare nel merito della spesa di 18.910 euro, soldi della comunità, per l’acquisto di inserti pubblicitari al fine di pubblicizzare un altro inutile servizio : l’ambufest ( delibera n.1069/2016); ma è opportuno entrare nel merito dei 325.000 euro, sempre soldi della comunità, che è il costo della sperimentazione, per un anno, del PAT presso il Presidio Sanitario di Anagni. Viene spontanea la domanda : ma cosa si sarebbe potuto fare con questi soldi se si avesse avuta la reale conoscenza delle esigenze di assistenza sanitaria del nostro territorio ?
Volendo restare nell’ambito di quanto riportato nel DCA 1 Aprile 2015 n 00134 con il quale è stato approvato l’ Atto Aziendale della ASL di Frosinone, nella riorganizzazione delle funzioni del Presidio Sanitario di Anagni consideriamo quello che è rimasto del nostro Ospedale Civile: solo il PPI h24, il servizio di laboratorio analisi e radiologia. La funzione propria di un PPI nell’ambito dell’emergenza è quella di trattare in loco casi di minore complessità e di stabilizzare il paziente nei casi di maggiore complessità con successivo trasferimento presso il DEA di riferimento. Ebbene quei 325.000 euro si sarebbero ben potuti investire per contratti ad almeno due medici per coprire i turni vacanti del PPI con abbattimento dei costi dell’acquisto prestazioni, contratto ad un medico radiologo, contratti per tecnici per il migliore funzionamento dei servizi di radiologia e laboratorio analisi. Questo avrebbe permesso un netto miglioramento dell’offerta sanitaria, con servizi più efficienti, evitando estenuanti attese nel Pronto Soccorso di Frosinone per eseguire accertamenti che nelle ore pomeridiane o nei giorni festivi non possono essere svolti nel presidio di Anagni, per quei pazienti che transitano al PPI. Sarebbe stato un ottimo investimento sulla salute della popolazione dell’area nord della provincia, in attesa che dalla regione Lazio e dal ministero si rendano conto, al più presto, che questo territorio ha necessità di un Presidio Ospedaliero sede di Pronto Soccorso, come richiesto da nove consigli comunali!
E frà Guglielmo di Baskerville? Se qualcuno non interviene subito, come nell’epilogo del famoso romanzo, a lui non resterà che contemplare le rovine di quello che fu il glorioso Ospedale Civile di Anagni un tempo dotato di ben 450 posti letto a servizio di tutta la zona nord della provincia di Frosinone e non solo ( Frosinone e provincia e parte di Roma sud e dei Castelli).
Il Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni
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