martedì 27 ottobre 2020

La medicina medievale nella cripta di Anagni

Negli affreschi della prima navata della cripta della cattedrale di Anagni sono raffigurati, uno di fronte all’altro, i medici più celebri dell'antichità, Ippocrate e Galeno, che in realtà sono molto distanti nel tempo (V-IV secolo a.C. e II d.C.). A sinistra della lunetta con Ippocrate e Galeno vi è  il diagramma con la teoria dei quattro umori, che era ancora fondamento della medicina medievale, nonostante alcuni progressi. Si basava sul principio che in ogni uomo si trovano quattro "umori", o fluidi principali: bile nerabile giallaflegma e sangue, prodotti da vari organi del corpo; essi corrispondevano ai quattro elementi dell’universo (aria, acqua, fuoco e terra).  Una persona, per essere in buona salute, doveva avere un perfetto equilibrio di questi elementi.
Per riequilibrare gli umori e giungere alla guarigione si ricorreva, in alcuni casi, ai salassi, prelievi di sangue che finivano per indebolire il malato, e anche a erbe medicinali e unguenti. La chirurgia era molto limitata; inoltre la mancanza di igiene provocava l’insorgenza di gravi infezioni, che peggioravano la situazione del malato fino a determinarne la morte (cfr. Anagni: guida storico-artistica, a cura di C. Ribaudo, 1989).

Risulta evidente che con questa medicina la battaglia contro la peste nera che si diffuse in Europa nel 1348-1349 (della quale abbiamo parlato in precedenza per Villa Magna), era persa in partenza.

Tuttavia proprio in seguito alla peste, che uccise un terzo della popolazione europea, la medicina registrò dei progressi, come p. es. l’adozione della quarantena.  

 

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