martedì 27 settembre 2016

Anagni - Domenica 2 ottobre incontro tra Amministrazione e cittadini

Domenica 2 ottobre, alle ore 17.00 nella Sala della Ragione, l’amministrazione comunale di Anagni incontrerà i cittadini per presentare lo studio di fattibilità per la riqualificazione e la valorizzazione dell’area adiacente piazza Cavour , approvato dalla Giunta lo scorso 23 marzo.
Si tratta di un progetto ideato nell’ambito di un più ampio programma di recupero del centro storico e di valorizzazione dei siti archeologici attraverso il miglioramento del contesto, con l’obiettivo di attrarre visitatori e creare un volano economico di cui potranno beneficiare anche i residenti.
In sintesi, l’amministrazione comunale di Anagni intende intervenire per la valorizzazione dell’area adiacente la piazza centrale della città attraverso la realizzazione di una passeggiata archeologica, la sistemazione della cresta muraria, la realizzazione di un parco giochi e di un parcheggio di circa 120 posti auto.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Fausto Bassetta presenterà il progetto ai cittadini nel dettaglio per condividerlo al massimo, trattandosi di un’importante opera pubblica che riguarderà il centro storico.

lunedì 19 settembre 2016

Frà Guglielmo di Baskerville e la sanità ad Anagni

Comunicato stampa del giorno 18 settembre 2016

Guglielmo da Baskerville, il mitico francescano protagonista de Il Nome della rosa di Umberto Eco, ha tappezzato le pareti del presidio ospedaliero di Anagni con dei volantini in cui si chiede ai politici, al manager asl, agli assessori e al governatore regionale di rispondere ad una sola domanda: a cosa serve il PAT? Il PAT (Presidio ambulatoriale territoriale), come da noi più volte evidenziato, non serve assolutamente a niente, ma costa a noi contribuenti un bel po’ di soldi, almeno 325.000 euro.
Nel Presidio sanitario di Anagni (ex ospedale civile) attualmente la situazione appare estremamente paradossale  per la  coesistenza di Guardia Medica, PAT e PPI (Punto di primo intervento) in un sovrapporsi caotico di funzioni che si vorrebbero tutte trasbordare forzosamente nel PAT;  è bene  puntualizzare che il PPI svolge una  attività comunque di emergenza (stabilizzazione del paziente anche con l’ausilio dei servizi di laboratorio e radiologia),  che la guardia medica svolge una propria attività assistenziale  da decenni per i  pazienti del territorio e che non c’è nessuna necessità di un PAT per svolgere le funzioni proprie dei medici di medicina generale.
Non vogliamo entrare nel merito della spesa di 18.910 euro, soldi  della comunità, per l’acquisto di inserti pubblicitari al fine di pubblicizzare un altro  inutile servizio : l’ambufest ( delibera n.1069/2016); ma è opportuno entrare nel merito dei 325.000 euro, sempre soldi della comunità, che è il costo  della sperimentazione, per un anno, del PAT presso il Presidio Sanitario di Anagni.  Viene spontanea la domanda : ma cosa si sarebbe potuto fare con questi soldi se si avesse avuta la reale conoscenza delle esigenze di assistenza sanitaria del nostro territorio ?
Volendo restare nell’ambito di quanto riportato nel DCA 1 Aprile 2015 n 00134 con il quale è stato approvato l’ Atto Aziendale della ASL di Frosinone,  nella riorganizzazione delle funzioni del Presidio Sanitario di Anagni   consideriamo quello che è rimasto del nostro Ospedale Civile:  solo  il PPI h24, il servizio di laboratorio analisi e radiologia. La funzione propria di un PPI nell’ambito dell’emergenza è quella di trattare in loco casi di minore complessità e di stabilizzare il paziente nei casi di maggiore complessità con successivo trasferimento presso il DEA di riferimento. Ebbene quei 325.000 euro si sarebbero ben potuti investire per contratti ad almeno due medici  per coprire i turni vacanti del PPI con abbattimento dei costi dell’acquisto prestazioni, contratto ad un medico radiologo, contratti per  tecnici per il migliore funzionamento dei servizi di radiologia e laboratorio analisi. Questo avrebbe permesso un netto miglioramento dell’offerta sanitaria, con servizi  più  efficienti, evitando estenuanti attese nel Pronto Soccorso di Frosinone per eseguire accertamenti che nelle ore pomeridiane o nei giorni festivi non possono essere svolti nel presidio di  Anagni,  per  quei pazienti che transitano al PPI. Sarebbe stato un ottimo investimento sulla salute della popolazione dell’area nord della provincia, in attesa che dalla regione Lazio e dal ministero si rendano conto, al più presto, che questo territorio ha necessità di un Presidio Ospedaliero sede di Pronto Soccorso, come richiesto da nove consigli comunali!
E frà Guglielmo di Baskerville? Se qualcuno non interviene subito, come nell’epilogo del famoso romanzo, a lui non resterà che contemplare le rovine di quello che fu il glorioso Ospedale Civile di Anagni un tempo dotato di ben 450 posti letto a servizio di tutta la zona nord della provincia di Frosinone e non solo ( Frosinone e provincia e parte di Roma sud e dei Castelli).

Il Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni

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George Clooney dal 2011 in aiuto del Sud Sudan

Le benemerenze “africane” di un benefattore famoso                                                                                    
Il paese, dilaniato dalla guerra civile che ha fatto e fa migliaia di morti, ha raggiunto i 2,500 milioni di sfollati – Arricchimento dei capi e tribalismo le cause della catastrofe puntualmente doppiata in altri paesi africani.


Attore di sogno per le donne, bravino sul set, George Clooney, più radioso che mai specie in pubblicità tv (Martini - no party?-, Nespresso – what else? -) insospettabilmente ingaggia da quel dì una doppia vita impensata. Come di altre stars sconosciute, si viene a sapere del suo ambizioso impegno pro-poveracci e diseredati, in favore degli spauriti e disperati, braccati dalle catastrofi naturali. Certamente quello che fa non smuove estatici lirismi nei nostri cuori, pur tuttavia gli sprazzi estratti dal recente passato sfumano nell'elogio catapultandoci allo tsunami del 2004 e alle sue centinaia di migliaia di vittime. Lui v'ebbe parte attiva mettendo fondi a disposizione. Come pure confermò il suo fattivo endorsement in occasione di svariati sismi (Iran, Pakistan, Messico ecc.). Dal 2011 non stravolge nessuna certezza partecipativa alle pene del Sud Sudan, sfoderando sempre sostegni pecuniari allo Stato resosi quell'anno indipendente dal Sudan ed ora funestato dalla guerra civile tra le due fazioni dominanti che ha provocato finora ben 2,500 milioni di sfollati e migliaia di morti. Non stona nel panorama-Clooney la sua eminentissima proposta riguardo ad atrocità ed orrori commessi contro l'umanità fuggiasca e transeunte: avvicinare le tranquille società occidentali - in linea però esse stesse con l'orrida babele delittuosa inscatolata nel quotidiano dei loro propri tormenti -, ai crimini perpetrati, rendendoli visibili, filmandoli e diffondendoli, come fanno i fotogiornalisti al fine di inchiodare i responsabili aguzzini mano-lesta sui soldi e dai crudeli istinti De Sade. Non male come clamorosa stangata, peraltro non agevole da concretizzare, visto il difficile accesso sui luoghi della tragedia. Semmai, in subordine, giustiziere buon senso suggerisce almeno il ricorso alla pubblicazione delle atrocità. Lo svolazzante progetto, nondimeno più prossimo alla velleità che alla certezza, attende verifiche. Ma Clooney intanto ha fatto la sua parte per questo neo-Stato che, dopo la secessione dal Sudan, s'è ritrovato con i tre quarti del petrolio che vantava il vecchio Sudan anglo-egiziano. Il suo attuale e funambolico presidente Salvakir avrebbe misteriosamente ma magicamente inguattato incontrollabili ricchezze, spargendone i proventi nei caveaux di mezzo mondo (così dicono i bene informati). Tra lo strazio della gente in fuga, intruppa anche un fatterello che sembra una acida freddura. Salvakir e il suo nemico, comandante della fazione avversa, simil versione nera dei ladri di Pisa, si autoincensano mercè l'anacronistico possesso di due villoni da favola, uno per ciascuno per non scontentare nessuno, situati vicinissimi nel pieno centro di Nairobi, capitale del Kenya. Alla faccia del popolo sovrano... Una guerra per modo di dire? Non si direbbe, viste le sofferenze prodotte. Alla base del guerriero groviglio africano si piazza la farcitura di due cause micidiali : 1) L'arricchimento di presidenti, giunte, notabili, funzionari, generali, colonnelli ecc. per lo più bugiardi e ladri e assassini; 2) il tribalismo. Entrambi inevitabili, entrambi ineluttabili. Le varie guerre africane, non molte per la verità come si vorrebbe accreditare, mirano non solo al potere, ma alle risorse del paese trasfigurate poi in denaro contante. E l'odio tra le varie tribù, più che altro di differente etnia, è talmente radicato da portare spesso all'eliminazione indiscriminata, al genocidio – vedi Uganda, 10 anni fa. Perciò nulla da recriminare se l'inflazione in un mese ha raggiunto la punta astrale dell'800%. Basteranno allora 100, 1.000, 10.000 Clooney a sanare il ciclopico problema?   

                                                                                                                            Giovanni Passa                                                                                         


giovedì 15 settembre 2016

Anagni ospedale - PAT: di male in peggio

Il PAT (Presidio Ambulatoriale Territoriale), attivo da poco ad Anagni e che dovrebbe durare un anno, non è nient'altro che un grande ambulatorio di medicina generale. Infatti le prestazioni che il PAT eroga sono le stesse del medico di famiglia: prescrizione di farmaci, certificati medici, medicazioni, attivazione del 118 medicalizzato ecc., senza nessuna prestazione d’urgenza.
Il PAT, nell’intenzione della Asl dovrebbe alleggerire l'ospedale di Frosinone; ma che senso ha
attivare un PAT dove esiste già un Pronto Primo Intervento (PPI)?  In quest’ultimo prestano regolarmente servizio medici specialisti di Pronto Soccorso e Urgenza, anestesisti rianimatori e internisti, cioè medici in grado di gestire in maniera più idonea pazienti con problematiche complesse. Infatti il PPI dispone nelle ore diurne di un servizio di radiologia, laboratorio analisi e in alcuni giorni della settimana di consulenza cardiologica, urologica, chirurgica e vascolare. Se, p. es., al PPI arriva una persona con dolore toracico viene attuato il protocollo del dolore: tracciato ECG, prelievo degli enzimi; nel PAT, invece, il paziente viene solamente visitato e inviato all'ospedale più vicino.
Se si considera che il PAT costa 325.000 euro all’anno contro i circa 200.000 del PPI non si capisce perché si vuole togliere il PPI e sostituirlo con il PAT; bisognerebbe invece potenziare il PPI magari con qualche posto letto di osservazione breve, una Radiologia h 12 con refertazione online di notte, Laboratorio analisi h 12, e reperibilità notturna. In questo modo, con una spesa pari se non inferiore a quella del PAT, si potrebbero accogliere anche  tutti i codici Verdi soccorsi dal 118 e decongestionare realmente l’ospedale di Frosinone.

Ospedale di Anagni, servizio Rai (2012).


La nostra battaglia è quella di passare dal Punto di primo intervento al Pronto Soccorso e non tornare indietro.

In vista della revisione dell’Atto aziendiale (entro novembre) si chiede a tutti i sindaci e a tutte le forze del territorio di attivarsi per il potenziamento del PPI e per il Pronto Soccorso, come già stabilito anche nella delibera dei sindaci.


Argomento gia trattato a luglio 2016.

martedì 13 settembre 2016

Anagni - Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale e ...posti riservati

Il Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di quest'anno è stato bello, partecipato e ben organizzato.

http://anagniarte.blogspot.it/2016/09/trionfo-di-pubblico-e-di-critica-per-la.html

Una novità positiva, sfuggita ai più, è che per la prima volta da decenni i posti riservati erano pochi; non si sono viste quelle due o tre file lunghissime di posti in prima fila, che poi venivano puntualmente occupati dai clan familiari che facevano capo al politico di turno. Si è persa così la possibilità di osservare la piccola borghesia scalatrice, ma si è fatto un passo avanti sulla strada del rispetto e dell'uguaglianza dei cittadini.
Questo, lo sappiamo con certezza, è merito del sindaco e dell'assessore alla Cultura.



sabato 10 settembre 2016

Resistenze dei parlamentari a difendere l'ospedale di Anagni

Per le prossime elezioni regionali e nazionali gli elettori del territorio dovrebbero anche tener conto che
 1) L'argomento ospedale di Anagni è tabù per chi vuole far carriera politica in questa provincia.  I coraggiosi sono pochissimi.
2) E' ormai chiaro che la fine dell'ospedale di Anagni è stata decisa in provincia (perché si doveva salvare un altro ospedale che ogni logica condannava). La Polverini per prima e Zingaretti poi si sono affidati alla politica clientelare campanilistica dominante in questo territorio (2018).
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La domanda che tutti si devono fare è perché ci sia questa freddezza nel sostenere la delibera dei sindaci da parte di parlamentari e consiglieri regionali di tutti i partiti, eletti nel nostro territorio. Alcuni di loro si sono anche attivati per interrogazioni su ospedali di altre zone. Per esempio la senatrice Spilabotte di Frosinone si è impegnata giustamente per gli ospedali di Bracciano,  Monterotondo e  Subiaco (link). Il deputato Pilozzi di Acuto ha preso giustamente posizione per Alatri . Non risultano neppure prese di posizione a favore del nostro ospedale da parte di rappresentanti politici del centrodestra, (Jannarilli, Abbruzzese ecc.), gruppo che quando era al potere con la Polverini decise la chiusura dell'ospedale. Forse tutti questi politici ritengono che difendere l'ospedale di Anagni significhi fare un torto a quello di Alatri (stesso distretto ASL) e mettersi contro Alatri e il suo potere politico potrebbe pregiudicare la loro rielezione?
In questa "competizione" tra i due ospedali, inventata dai politici, il momento più importante è il piano della commissione sanità della Regione Lazio del 2009 (giunta Marrazzo) che prevedeva la costruzione di un nuovo ospedale ad Anagni con la "delocalizzazione dei vecchi ospedali di Anagni, Alatri e Colleferro" (vedi link).
Con la giunta Polverini, con l'anagnino Fiorito capogruppo di maggioranza, non solo non si parla pìù di nuovo ospedale ma si decreta la chiusura di quello esistente (settembre 2010), mentre altri progetti vanno avanti (vedi link). Anche la giunta Zingaretti sembra aver dimenticato del tutto Anagni e il suo territorio.
Ospedale di Anagni, 30 11 2012
In realtà i due ospedali di Anagni e Alatri potrebbero coesistere, visto che la nostra provincia, che ha più di 500.000 abitanti, è stata molto penalizzata dai tagli alla Sanità; attualmente ha solo quattro ospedali aperti. A titolo di esempio la provincia dell'Aquila con 306.000 abitanti ha 6 ospedali, quella di Macerata con 320.000 abitanti ne ha 9 (dati non aggiornati).
Ricordiamo a tutti gli eletti del territorio che l'importanza del nostro ospedale è stata ribadita anche dal Consiglio di Stato con l'ordinanza n.3629/2011 e che la sua chiusura nel novembre 2012, per mano di un manager ciociaro, non ha seguito la prassi legale.
 Consiglio di Stato, ordinanza n.3629/2011(parte)
Adesso che i sindaci del territorio hanno deliberato la necessità dell'ospedale di Anagni in quanto situato in area disagiata, l'appoggio dei parlamentari e consiglieri regionali è fondamentale.

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 Piano della commissione sanità della Regione Lazio del 2009

http://anagniscuolafutura.blogspot.it/2016/07/anagni-ospedale-indispensabili-le.html

http://anagniscuolafutura.blogspot.it/2014/09/chiusura-dellospedale-di-anagni-la-vera.html


Segue: copia parziale dell'ordinanza del Consiglio di Stato 26 agosto 2011.




http://anagniscuolafutura.blogspot.it/2016/02/28-febbraio-2011-nasceva-il-comitato.html


venerdì 9 settembre 2016

Sumatra: cristiana frustata per aver venduto alcool

Inizia oggi una periodica rubrica, tenuta dal giornalista Giovanni Passa. La rubrica è costituita da articoli di stampa inediti. Si tratta, crediamo, di un lavoro atipico, poiché gli articoli, in generale, esulano dallo schema tradizionale fondato su argomenti che vanno per la maggiore e di cui i quotidiani della carta ed on-line abbondano (politica interna ed estera, cronache, spettacoli, sport, etc.). Si è preferito affidarsi a temi poco trattati, non sempre vicini nel tempo, accomunati non tanto dall'urgenza, dall'impellenza, dalla rilevanza o dall'attualità della notizia «fresca», quanto piuttosto dall'importanza intrinseca di cui ogni fatto è portatore, imponendosi prevalentemente per la storia che esso sottende, il romanzo che nasconde, il contesto che coinvolge. Riteniamo infatti che ogni causa dell'evento, per quanto minimale, abbia sempre il suo effetto imprevisto e imprevedibile. Ciò non toglie, ovviamente, che la rubrica possa attingere anche ad argomenti dalla rinomanza piu' diffusa. In ogni caso,  scopo dichiarato è quello di concretare una cornice storico-culturale atta a ribaltare i rapporti di forza che, in un globo mondializzato, appare ormai imprescindibile.

                                        Sumatra: cristiana frustata per aver venduto alcool

Giro di vite in Indonesia della religione di stato islamica - anche i non musulmani saranno sottoposti al rigore della Shar'ia - si va verso l'islamizzazione forzata 

Una donna sessantenne, appartenente alla minoranza cristiana, è stata condannata a 30 frustate per aver venduto, secondo l'accusa, bevande alcooliche. E' accaduto nell'Aceh, una regione sita nell'estremo nord dell'isola di Sumatra, una delle maggiori e più popolate che formano l'arcipelago dell'Indonesia, il quinto paese più affollato al mondo (dopo Cina, Russia, India e Stati Uniti) da un'umanita' – 215 milioni di abitanti – quasi integralmente di religione maomettana. La sentenza è stata eseguita pubblicamente, al cospetto di un migliaio di persone. Alla fine la donna è stata soccorsa per un grave stato di scompenso cardiaco e di preoccupante tramortimento.
Prima del 2015, nessun indonesiano di credo non islamico, avrebbe potuto subire processi sulla base di simili accuse. Adesso invece, a seguito della brutale intransigenza dell' espansione fondamentalista esercitata ed esportata dal Daesh (Isis), si sono avuti un' inarrestabile recrudescenza nonché un drastico giro di vite riguardo all'obbedienza cieca al verbo maomettano, ormai unilateralmente estesa alle minoranze appartenenti alle altre religioni, soprattutto quella cristiana.
Nord Sumatra, chiesa cattolica
Oggi si calcola che le persecuzioni contro i cristiani, specie da parte del Daesh e del mondo arabo, abbia raggiunto livelli inaccettabili, intollerabili. Ci sono nel mondo oltre 200 milioni di cristiani sottoposti ad ogni genere di ammazzamenti, torture, rapimenti, intimidazioni, minacce, soprusi, fame, tormenti, bibliche fughe in massa connotate dall'obbligatorio abbandono della casa e del territorio dove hanno vissuto per secoli come elementi strutturali della comune civiltà. Lo scopo della maggioranza islamica è quello di liberarsene, di fare pulizia etnica, praticare un genocidio o di trasformare i cristiani in profughi: o se ne vanno, o li uccidono. La condanna della donna accusata di aver venduto alcolici (anche a cittadini islamici, parimenti condannati), è emblematica di un cambiamento culturale inquietante. Se il fatto fosse successo qualche anno addietro, la donna sarebbe stata lungi dal subire ritorsioni. Tra l'altro è storicamente risaputa la tolleranza applicata dal “primo” Islam nei riguardi dei popoli conquistati e praticanti altri credi, ancorché vincolata a un tributo da pagare e fermo restando il rifiuto di conversione da parte delle popolazioni in questione. Oggi invece l'allarmante novità è che la Shar'ia, la legge islamica cui ogni buon musulmano deve sottostare, si sta estendendo anche ai cittadini non islamici. Il che significa che essi, pur rifuggendo dal verbo del profeta Maometto, saranno obbligati a vivere secondo quanto insegnano il Corano, l'Hadith, la Sunna e la Shar'ia. Si tratta purtroppo di un primo, forse decisivo passo verso l'islamizzazione forzata di comunità e popolazioni in minoranza religiosa e in tutto e per tutto formate da persone viventi in territori islamici e fornite di cittadinanza dello stato di appartenenza.

                                                                                                                            Giovanni Passa