venerdì 14 gennaio 2022

Dal PNRR quasi nessuna novità per la sanità anagnina

La riorganizzazione dei servizi sanitari della provincia di Frosinone, in base alle direttive del PNRR, illustrata di recente dalla dott. Pier Paola D’ Alessandro, dirigente Asl /Fr in un incontro ad Anagni con gli amministratori cittadini e con i sindaci dei paesi dell’area nord della provincia ha fornito l’occasione per un coro quasi unanime di approvazione, se non di vero e proprio giubilo. È  sembrato che finalmente ad Anagni l’ assistenza sanitaria tornerà ad essere presente grazie ad interventi che risolveranno l’ormai lunga, gravissima assenza dei servizi sanitari essenziali( LEA=livello essenziale di assistenza).In realtà sono stati illustrati e promessi servizi, che sono in parte già presenti presso il nostro presidio (vedi degenza infermieristica) anche se  ogni giorno siamo costretti a registrare continui impoverimenti di servizi tuttora esistenti, vedi alla voce TAO e alla voce TAC che non funziona neanche quella senza mezzo di contrasto, con una sempre più accentuata mancanza di coordinamento tra i reparti che si ripercuote sul disorientamento dell’utenza che deve accedere alla struttura.

La dott. D’Alessandro, invece, annuncia il miglioramento dei servizi per l’ ampliamento dell’ offerta e finanche l’ impegno deciso contro la pandemia con l’ obiettivo di realizzare una sanità distribuita in forma equilibrata su tutto il territorio gestito dalla Asl/Fr.

È immediata l’obiezione a queste dichiarazioni. Infatti come si può realizzare un’offerta sanitaria equilibrata per le aree Nord/Sud della Provincia se per l’area Nord, che comprende Anagni e i comuni limitrofi con una popolazione di circa 80.000 abitanti, con annessa zona industriale e centro studi, la “riorganizzazione” non prevede per Anagni nulla di più dei servizi che l’ex Ospedale ancora offre, nonostante l’offerta sia scoordinata perché manca una figura dirigenziale di riferimento che garantisca l’ attuazione di un piano di investimenti. Ancora, l’ Ospedale di prossimità e la Casa di Comunità sono strutture residenziali sul territorio, per ricoveri brevi, destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media e bassa intensità clinica, a gestione prevalentemente infermieristica.

Non una parola sugli essenziali servizi di assistenza urgenza/emergenza, pericolosamente assenti in una città e in un territorio con un’alta presenza di industrie, molte delle quali a rischio incidente, con un problema serissimo di inquinamento ambientale dalle pesanti ricadute sulla salute dei lavoratori e della popolazione in generale.

Basta tale realtà, ben nota, per evidenziare la debolezza di  una ristrutturazione su tutto il territorio nord della provincia che viene spacciata come una vera risposta alle esigenze dei cittadini… Una pia illusione (!).

All’ incontro suddetto qualche sindaco si è augurato la rapida attuazione del piano, qualcun altro, più prontamente, ha sottolineato come non sia stato detto nulla circa l’assunzione di personale medico e paramedico e già questo rende il bel progetto improbabile da realizzare.

In conclusione, il Comitato ritiene che sia indubbiamente positivo che si continui a parlare dell’Ospedale di Anagni, ma ritiene che per Anagni non sia sufficiente un ospedale di comunità (simile ad altri 6 da realizzare nella provincia), ma occorrono strutture che tengano conto della complessità del territorio. Quanto all’ impegno di contrasto al Covid, il dilagare dei contagi dovuti alla variante Omicron sta mettendo a dura prova la struttura sanitaria regionale e nazionale. Nel Lazio e, nello specifico nella Asl / Fr, che finora aveva retto piuttosto bene, una volta chiusi i Centri vaccinali, si è evidenziata inesorabilmente la difficoltà di provvedere rapidamente ai tamponi, ai posti letto, alla carenza di medici e infermieri, e si è confermata l’insufficienza strutturale cronica dei servizi assistenziali. Sono tornati drammatici i ricoveri, l ‘assistenza ai pazienti con patologie diverse dal Covid, la scarsità  di personale formato, necessario prevalentemente tra i medici di Pronto Soccorso e tra i rianimatori, dove l’ organico è più impoverito.

E se pochi giorni fa l’assessore D’ Amato assicurava che ” la rete ospedaliera non è ancora sotto pressione ( Repubblica 2 gennaio)”, oggi i dati purtroppo non confermano più questa affermazione.

Allora la “riorganizzazione” promette male. Richiederebbe idee e progetti veramente innovativi, adeguate risorse finanziarie e umane, che pure ci sono, da impegnare ottimamente per essere realmente portatrice di fiducia, di speranza e di risultati. Richiede proprio la riapertura dell’Ospedale Civile di Anagni!

Comitato “Salviamo l’Ospedale di Anagni"

Anagni Scuola Futura, Associazione Anagni Viva, Associazione Diritto alla Salute, Comitato Ponte del Papa,  Comitato Residenti Colleferro, Re.Tu.Va.Sa.(Rete per la Tutela della Valle  del Sacco).

 


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