Il cittadino percepisce quindi che in questo caos l’unica certezza è il taglio dei servizi sanitari pubblici, a fronte di nulla che garantisca il diritto alla parità di accesso alle prestazioni sanitarie, ma spalanca la porta alle strutture private, per chi può pagarsele.
Vedi anche lo Stop all’assistenza sanitaria per i cardiopatici cronici della provincia di Frosinone al di sopra dei 69 anni, decretato dalla Asl di Frosinone. Non è un caso che, nel 2017, secondo i dati ufficiali dell’IPS (Indice Performance Sanitaria) e del Censis circa 13 milioni di Italiani abbiano rinunciato a curarsi per motivi economici. In pratica una famiglia su tre. Tutto questo mentre la Regione Lazio ha imposto ai cittadini l’addizionale regionale Irpef al massimo livello.
La reazione degli Anagnini alla gravità di quanto successo è stata l’imponente manifestazione del 2 agosto, promossa dal Movimento “Adesso Basta” per chiedere la riapertura del PPI e l’avvio delle procedure necessarie per avere il Pronto Soccorso. A questo scopo è stato allestito un presidio permanente davanti all’ex-Ospedale per una raccolta di firme (oltre ventimila finora) che procede senza sosta e con ottimi risultati.
La manifestazione del 2 agosto ha dato certamente un segnale politicamente importante per la presenza, accanto al Sindaco di Anagni, dei sette sindaci dei Comuni dell’area nord della provincia, i quali hanno dichiarato di voler affrontare uniti il problema sanitario senza etichette di partito, riconoscendo l’urgenza sanitaria come scelta politica comune che vada oltre le convenienze di bottega, le chiacchiere inconcludenti, la difesa d’ufficio di decisioni indifendibili.
Va invece rafforzata l’unità di azione tra istituzioni e cittadini per ottenere risultati concreti, ma tale obiettivo si può raggiungere soltanto con un costante attivismo da parte dei sindaci nel chiedere il pronto soccorso, con i servizi collegati come da piattaforma dei cinque punti, approvata due anni fa dai nove comuni della zona nord e una chiara informazione data ai cittadini su tutte le iniziative, amministrative, giuridiche e politiche già intraprese e da intraprendere da parte del Sindaco di Anagni e di tutti gli altri Sindaci.
Ogni ritardo e omissione nelle iniziative e nell'essenziale e corretta comunicazione comporterebbe, inevitabilmente, la caduta del rapporto di fiducia instauratosi faticosamente tra chi governa e chi è governato e renderebbe molto deboli gli strumenti di intervento, vanificando la risposta che è venuta il 2 agosto scorso.
Il Comitato “ Salviamo l’ ospedale di Anagni
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