Sabato 8 Maggio , in un monastero di suore cattoliche un chirurgo laico di sinistra ha presentato la testimonianza di un ebreo italiano reduce di Auschwitz.
Riportiamo , di seguito, il resoconto partecipato e toccante di Mauro Meazza
Sami Modiano. La voce della storia
Quelli di voi che, ieri pomeriggio, non sono venuti all'inaugurazione della mostra fotografica dell'ARCI hanno perso. Hanno perso tanto. Perchè senza tema di smentite posso affermare che l'incontro di ieri è stato il più bello, il più interessante, il più toccante ed il più alto momento di cultura e storia che sia capitato qui ad Anagni da tanti anni a questa parte.
In una saletta di palazzo Bonifacio messa a disposizione dalle suore abbiamo potuto incontrare Sami (Samuel) Modiano. Sopravvissuto al lager di Auschwitz-Birkenau. Con parole esatte e precise, con un racconto asciutto e davastante Modiano ha raccontato la storia del piccolo Samuel. Ad 8 anni espulso da scuola ed a 13 deportato nel lager. Perchè ebreo. Ha raccontato della sorella e del padre. E dei due angeli custodi che lo hanno salvato nel momento definitivo. Quando, con indosso solo un pigiama a righe, disteso con la faccia nella neve, pronto solo ad attendere il colpo di grazia, due sconosciuti deportati come lui lo sollevarono di peso e lo salvarono da una morte certa.
Tutto il racconto di Modiano è stato seguito con una partecipazione assoluta e totale. L'emozione è stata profondissima e palpabile, concreta. In più di un momento nella sala, riempita in ogni spazio dai tanti che hanno trovato solo posti in piedi, è sceso un silenzio davvero devastante. La gente ha realmente trattenuto il respiro. Sullo sfondo, come un'eco, solo la voce di Modiano. Una voce calma e lenta che ha dato la sensazione di essere la voce stessa della storia. E forse è proprio per questo che al giovane Samuel è stato concesso di salvarsi. Per poter essere la voce della storia. La storia di quelli che non ce l'hanno fatta. Per poter testimoniare al mondo l'abisso nel quale siamo caduti. E dal quale speriamo di esserci allontanati per sempre.
Modiano ha rappresentato il momento più intenso dell'incontro. Ma anche Alberto Vallerani, che ha parlato della realtà di Emergency e del suo concreto contributo nel soccorrere le popolazioni coinvolte nei conflitti, ed Augusta Angelucci, che ha testimoniato gli orrori del Ruanda e dell'Africa tutta, hanno reso il pomeriggio straordinariamente interessante. Un momento reale di crescita e di consapevolezza. Finalmente un momento del quale si può esser fieri.
L'ARCI ha dimostrato che è possibile ridare a questa città un respiro culturale alto, serio, di altissimo livello. Proprio quello che continua a mancare ad Anagni, nonostante promesse ed impegni precisi da parte di chi se n'è assunto la responsabilità. Per questo occorre essere profondamente grati agli amici dell'ARCI, che tanto hanno lavorato per poterci offrire questo pomeriggio. Ma un grazie va anche alle suore bonifaciane, che con semplice e partecipata intelligenza hanno messo e metteranno a disposizione uno spazio per tutti gli incontri. Quello spazio che altri hanno negato perchè, è stato risposto, tali incontri hanno carattere politico!
Infine la mostra. Arredata in modo efficace ed arricchita dai cartelloni preparati dai bambini delle elementari. La stanza degli orrori, separata da quella centrale, contiene le fotografie più devastanti, quelle che è bene siano viste da un pubblico preparato, meglio se adulto. Tra le altre vi invito ad osservare bene gli sguardi dei bambini. Le prime vittime dei conflitti, ma anche le ultime, perchè senza bambini sparisce il futuro.
Ecco. Quegli sguardi anche sono orrore. Quegli occhi anche ci parlano di orrore. Faremmo bene a non dimenticarcelo. ( Mauro Meazza)
[La foto di Sami Modiano è di Alessia Onorati, che ringrazio]
Quelli di voi che, ieri pomeriggio, non sono venuti all'inaugurazione della mostra fotografica dell'ARCI hanno perso. Hanno perso tanto. Perchè senza tema di smentite posso affermare che l'incontro di ieri è stato il più bello, il più interessante, il più toccante ed il più alto momento di cultura e storia che sia capitato qui ad Anagni da tanti anni a questa parte.
In una saletta di palazzo Bonifacio messa a disposizione dalle suore abbiamo potuto incontrare Sami (Samuel) Modiano. Sopravvissuto al lager di Auschwitz-Birkenau. Con parole esatte e precise, con un racconto asciutto e davastante Modiano ha raccontato la storia del piccolo Samuel. Ad 8 anni espulso da scuola ed a 13 deportato nel lager. Perchè ebreo. Ha raccontato della sorella e del padre. E dei due angeli custodi che lo hanno salvato nel momento definitivo. Quando, con indosso solo un pigiama a righe, disteso con la faccia nella neve, pronto solo ad attendere il colpo di grazia, due sconosciuti deportati come lui lo sollevarono di peso e lo salvarono da una morte certa.
Tutto il racconto di Modiano è stato seguito con una partecipazione assoluta e totale. L'emozione è stata profondissima e palpabile, concreta. In più di un momento nella sala, riempita in ogni spazio dai tanti che hanno trovato solo posti in piedi, è sceso un silenzio davvero devastante. La gente ha realmente trattenuto il respiro. Sullo sfondo, come un'eco, solo la voce di Modiano. Una voce calma e lenta che ha dato la sensazione di essere la voce stessa della storia. E forse è proprio per questo che al giovane Samuel è stato concesso di salvarsi. Per poter essere la voce della storia. La storia di quelli che non ce l'hanno fatta. Per poter testimoniare al mondo l'abisso nel quale siamo caduti. E dal quale speriamo di esserci allontanati per sempre.
Modiano ha rappresentato il momento più intenso dell'incontro. Ma anche Alberto Vallerani, che ha parlato della realtà di Emergency e del suo concreto contributo nel soccorrere le popolazioni coinvolte nei conflitti, ed Augusta Angelucci, che ha testimoniato gli orrori del Ruanda e dell'Africa tutta, hanno reso il pomeriggio straordinariamente interessante. Un momento reale di crescita e di consapevolezza. Finalmente un momento del quale si può esser fieri.
L'ARCI ha dimostrato che è possibile ridare a questa città un respiro culturale alto, serio, di altissimo livello. Proprio quello che continua a mancare ad Anagni, nonostante promesse ed impegni precisi da parte di chi se n'è assunto la responsabilità. Per questo occorre essere profondamente grati agli amici dell'ARCI, che tanto hanno lavorato per poterci offrire questo pomeriggio. Ma un grazie va anche alle suore bonifaciane, che con semplice e partecipata intelligenza hanno messo e metteranno a disposizione uno spazio per tutti gli incontri. Quello spazio che altri hanno negato perchè, è stato risposto, tali incontri hanno carattere politico!
Infine la mostra. Arredata in modo efficace ed arricchita dai cartelloni preparati dai bambini delle elementari. La stanza degli orrori, separata da quella centrale, contiene le fotografie più devastanti, quelle che è bene siano viste da un pubblico preparato, meglio se adulto. Tra le altre vi invito ad osservare bene gli sguardi dei bambini. Le prime vittime dei conflitti, ma anche le ultime, perchè senza bambini sparisce il futuro.
Ecco. Quegli sguardi anche sono orrore. Quegli occhi anche ci parlano di orrore. Faremmo bene a non dimenticarcelo. ( Mauro Meazza)
[La foto di Sami Modiano è di Alessia Onorati, che ringrazio]
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