Il presidente del Consiglio d'Istituto si fa promotore di una campagna di educazione stradale. Il progetto è stato approvato nel C.d.I. dell'11 maggio 2010.
La necessità di questa campagna nasce, oltre che dalle statistiche, da un'esperienza personale risalente ad alcuni anni fa. Tornando da una serata tra amici, mentre camminavamo lungo il bordo di una strada, un'amica, con la quale stavo parlando, veniva violentemente investita da un auto. Il suo corpo straziato è stato scaraventato, come uno straccio, a più di venti metri. Ricordo ancora, ed è un'immagine che non si cancellerà più dalla mia mente, la sua testa deformata dalle ferite e i suoi occhi terrorizzati fissavano il vuoto. Mentre aspettava riversa sull'asfalto l'autoambulanza, i carabinieri interrogavano l'investitore, il quale ubriaco e molto agitato dichiarava di non averla vista affatto. La ragazza infatti indossava abiti color marrone scuro, scarsamente visibili nel buio.
La mia amica è sopravvissuta all'incidente, ma porterà per tutta la vità le conseguenze fisiche e psicologiche di quella tragica notte.
Anche in base a questa esperienza mi sono reso conto del pericolo che corrono ogni giorno,soprattutto i giovani, senza saperlo. Ho provato a fare delle ricerche su internet e mi sono accorto che sull'argomento esiste veramente poco, nonostante che gli esperti di incidenti stradali, analizzando i fattori di rischio, abbiano stabilito che il colore dell'abbigliamento può essere determinante. Non a caso le pettorine indossate nelle emergenze o da coloro che lavorano sulle strade, sono gialle o arancioni.
Certi colori sono più visibili soprattutto in determinate condizioni atmosferiche quali nebbia o pioggia: un abbigliamento scuro o grigio ha meno probabilità di essere visto rispetto ad uno arancione, giallo o verde.
Il discorso dei colori riguarda sia i pedoni sia gli automobilisti; questi ultimi devono fare particolare attenzione e usare maggiori precauzioni nelle situazioni di scarsa visibilità.
In paesi con forti nebbie (tipo Germania), addirittura i veicoli sono di color oro o verdino e altri colori da noi inusuali e le loro targhe sono gialle.
Certo l'abito nero è trendy e uno si sente un po' Vasco Rossi, ma ha un rischio maggiore di non essere notato, come pure il grigio che, nella percezione del nostro cervello, si confonde con l'asfalto. E' sufficiente dotarsi di un semplice braccialetto catarifrangente (4 Euro), che è visibile fino a più di 100 metri di distanza.
Determinanti per gli incidenti stradali sono anche lo stato del guidatore, spesso alterato dall'alcool, la disattenzione, dovuta in molti casi all'uso del cellulare e la velocità. Riguardo quest'ultima, tutti i dati dei paesi europei confermano che una riduzione di appena 3 km/h della velocità media permetterebbe di salvare da 5.000 a 6.000 vite ogni anno in Europa. Se la mortalità degli automobilsti è leggermente diminuita per la maggiore sicurezza delle autovetture, quella dei pedoni è in notevole aumento.Secondo l'indagine sviluppata nel libro "Le ali di Icaro", della psicologa Paola Carbone, i giovani hanno statisticamente più incidenti degli adulti e degli anziani anche per motivi psicologici, perché considerano il rischio come una sfida eccitante, spesso rifiutano i consigli dagli adulti e sopravvalutano il proprio giudizio. Hanno un’illusione di invulnerabilità che li porta ad assumersi rischi che possono rivelarsi fatali.
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Sull'argomento
Esiste poi un modo preciso per misurare quanto si rischia la pelle camminando a piedi. Si chiama "indice di gravità" (il rapporto tra il numero dei morti e il numero totale dei morti e dei feriti, moltiplicato 100), lo misura l'Istat, e spiega drammaticamente che se gli automobilisti sono a 1,4, i pedoni sono a 3,2.
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Tutte vittime finite sotto un veicolo e circa un terzo stesi sulle strisce! Un esercito di fanti della strada, soprattutto ragazzi e anziani, decimato dalla frenesia della mobilità, dalla distrazione, da strade insufficienti e mal messe, dalla velocità sottostimata, dall'alcol e dalla droga.
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. Il Comune di Genova e i vigili urbani avevano promesso un giro di vite e sono stati di parola: colpire duro - 154 euro di multa e la decurtazione di otto punti dalla patente - automobilisti o motociclisti indisciplinati, che non rispettano la precedenza dei pedoni sugli attraversamenti personali. www.ilsecoloxix.it
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"Di fronte a questi dati - concludono all'Asaps - si dovrebbe iniziare dalla messa in protezione dei passaggi pedonali con una più attenta manutenzione della segnaletica orizzontale. Servono nuove strategie con innovativi sistemi di illuminazione e sistema led, con più frequenti passaggi a chiamata. Non è più rinviabile anche una campagna di sensibilizzazione sia verso i conducenti che verso i pedoni stessi, ricordando fino allo sfinimento che ci si deve rendere il più visibili possibile, specie di notte e col maltempo e che quando noi vediamo una macchina in arrivo, non è affatto detto che il conducente abbia visto noi. Servono poi sanzioni frequenti per chi viola le regole. Ben vengano le recenti modifiche all'art.191 del CdS che prevede ci si debba fermare e non solo rallentare quando il pedone è sulle strisce o accenna ad attraversare". www.repubblica.it/motori/sicurezza
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