martedì 7 settembre 2021

Un altro schiaffo ad Anagni: dopo l’ospedale il biodigestore

A dieci anni di distanza dal ricorso contro la chiusura dell’ospedale, i cittadini di Anagni si trovano alle prese con nuovi ricorsi al TAR contro il biodigestore di 84.000 tonnellate (42 volte l’umido prodotto ad Anagni) che si vorrebbe realizzare nel nostro territorio.

Le similitudini tra i due casi sono numerose: il ricorso contro la chiusura dell’ospedale, in base al decreto Polverini del 2010, fu promosso da cittadini e associazioni, con la totale assenza dell’amministrazione comunale, assenza che determinò il parere negativo del TAR. Per il biodigestore a muoversi sono ancora una volta i cittadini, le associazioni e i consiglieri di minoranza, mentre l’amministrazione, con il sindaco che allora era vicesindaco, è favorevole.

Ci sono in Italia alcuni casi di sindaci favorevoli a biodigestori, che gestiscono direttamente gli impianti (non megaimpianti) e ricevono, insieme agli scarti, anche contributi in denaro dei comuni del consorzio.

Altra similitudine consiste nel fatto che a favore del biodigestore c’è un fronte trasversale che comprende varie forze politiche per es. Migliorelli presidente Saf (area di sinistra, De Angelis, Buschini) e giunta comunale di Anagni di centrodestra. E’ lo stesso fronte trasversale (ASL/FR) diretta da Vicano, predecessore alla Saf di Migliorelli, che nel 2012 chiuse, senza alcuna motivazione valida e senza alcun imput dalla Regione, l’ospedale di Anagni. 

 http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/06/storia-degli-ultimi-10-anni.html

La nostra città si ritrova quindi senza ospedale, senza nemmeno un Punto di Primo Intervento, chiuso nel 2018 dalla ASL/FR, e con un biodigestore sovradimensionato che produrrà molto inquinamento, nessuna compensazione e occupazione inesistente (4 operai).

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