lunedì 2 agosto 2021

Dalla via del vino Cesanese alla via della monnezza?

Carta geologica di Anagni. Nel cerchio l'area prevista per il Biodigestore

Tra le numerose possibili conseguenze del mega digestore da 84,000 tonnellate c'è, oltre all'inquinamento dell'aria, anche quello del suolo e delle falde acquifere; rischi già indicati nel piano presentato in Regione (in allegato).


L’inquinamento delle falde non si limiterebbe all’area circostante il biodigestore, cioè, nel caso specifico, alla Selciatella, ma si estenderebbe alle zone limitrofe (p.es. Tufano, Sgurgola, Ferentino, ecc.). Le ripercussioni sull'allevamento, sull'agricoltura e, in particolare sulla produzione del vino Cesanese che caratterizza il nostro territorio, potrebbero essere gravissime. In nessuna delle aree di produzione di vini D.O.C infatti ci sono biodigestori. Il problema è che il processo di fermentazione della frazione organica produce un digestato, ossia un rifiuto, considerato come tale dall’Unione Europea, mentre in Italia la normativa lo equipara a un concime chimico. Questo digestato, sparso sui terreni, provoca, in seguito alle piogge, la penetrazione delle sostanze inquinanti nel suolo e nelle falde. Non è un caso che la regione Emilia Romagna nel 2011 ha vietato di spandere il digestato proveniente da impianti a biogas sui pascoli destinati alla produzione del Parmigiano Reggiano.
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Secondo l'Ufficio federale tedesco di statistica, gli impianti di biogas sono responsabili della maggior parte delle sostanze pericolose per l'acqua che vengono rilasciate in caso di incidenti. Nel 2017 ci sono stati un totale di 741 incidenti in cui sono stati rilasciati 10,2 milioni di litri di tali sostanze.


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