sabato 6 dicembre 2014

Anagni Ospedale e Atto Aziendale ASL/Fr 2014.

Il sindaco Bassetta, supportato dall'attivo assessore Roiati, nella votazione dell'atto aziendale, tra due posizioni molto difficili probabilmente ha scelto quella che dava almeno un barlume di speranza. Una speranza fino adesso vana se è vero che a tutt'oggi all'ospedale di Anagni non è cambiato nulla.
Il sindaco forse non ha dimenticato che l'ospedale è stato chiuso con un colpo da prestigiatori nel novembre 2012 da un'Asl/Fr a conduzione ciociara, nonostante l'ordinanza del Consiglio di Stato ne vietasse la chiusura, nel momento in cui il nuovo commissario Bondi chiedeva un taglio di 1963 di posti letto a tutte le ASL del Lazio. L'ospedale di Anagni venne chiuso, all'inizio solo «provvisoriamente» nel silenzio generale, senza che dalla  provincia si levassero voci a sua difesa.
La «solitudine» di Anagni dimostra che la divisione di questa provincia è sempre esistita  e l'unità, fondamentale per la difesa della  nostra salute, non può essere ricercata solo nel momento del particolare bisogno, ma deve essere costruita con una visione allargata egualitaria e non campanilistica. Giustamente si è fatto notare che nel manifesto-cartina del convegno di Alatri del 6 dicembre l'ospedale di Anagni non è nemmeno indicato.
La chiusura dell'ospedale di Anagni ha comportato il venir meno dei livelli minimi di assistenza in un'area molto vasta e a elevato rischio, con conseguenze spesso drammatiche.
Essa comunque non è bastata, visto che la Regione per salvare la sanità di Roma continua a tagliare posti letto in Ciociaria, che si è rivelata il ventre  molle del Lazio.
La politica della nostra amministrazione dovrà essere giudicata
1. Per come riuscirà a  far rispettare le promesse scritte nel piano aziendale;
2. Per come risolverà il grave problema dell'emergenze, a cominciare dal medico a bordo dell'ambulanza, l'unico in grado di  prendere decisioni in casi gravi evitando perdite di tempo spesso fatali per i pazienti, per continuare con un pronto soccorso efficiente.
Il nostro territorio infatti è tra i 44 più inquinati d'Italia con 7 aziende a elevato rischio di incidente (legge Seveso bis); è vicino all'autostrada, alla TAV e al metanodotto.
In caso la Regione Lazio/Asl non mantenesse le promesse fatte e il problema delle emergenze non venisse risolto, saranno necessarie azioni forti che investano anche la Procura e la riconsegna al Prefetto delle deleghe alla salute da parte dei Sindaci.

Carlo Ribaudo, è uno dei promotori del Comitato Salviamo l'ospedale di Anagni

Roma,13 ottobre 2010 - Manifestazione contro la chiusura degli ospedali laziali. (Foto C. Ribaudo)


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