La chiusura del Punto di Primo Intervento, presso l'ex Ospedale di Anagni, deliberata in data 25 giugno 2018 dall’ Azienda ASL e firmata dal Commissario Luigi Macchitella con i pareri favorevoli del Direttore Amministrativo Vincenzo Bruca e del Direttore sanitario Eleuterio D’Ambrosio, segna un ulteriore aggravamento della situazione sanitaria di Anagni e dei Comuni limitrofi e sancisce, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, l’inaffidabilità delle dichiarazioni rilasciate da Macchitella all’ ex sindaco Bassetta sul mantenimento dell’ attività del Punto di Primo Intervento.
Ma, cosa ancora più grave, questa decisione evidenzia il disprezzo delle indicazioni contenute nell’Atto Aziendale 2017 che stabilisce la presenza nella provincia di tre poli ospedalieri, tra i quali quello di Frosinone, Anagni e Alatri.
Come dire che lorsignori non temono nemmeno di smentire se stessi , approvano e rinnegano documenti di programmazione, come l’ Atto Aziendale, che hanno valore di legge. I motivi di queste decisioni sfuggono non soltanto alla logica comune ma ad ogni visione di pianificazione organizzativa di un’ Azienda pubblica che miri all’efficiente funzionamento della Sanità territoriale che, invece, si vuole degradare e smantellare con manovre incomprensibili per il semplice buon senso e con decisioni ispirate spesso da motivi politici e campanilistici che contrastano con l’ obiettivo della presenza degli indispensabili servizi sanitari nel territorio.
Grandi responsabilità ha anche e soprattutto la Regione, alla quale si chiede con forza di intervenire per “spoliticizzare” le ASL e ripristinare livelli di Sanità conformi a quelli nazionali.
Se fosse necessaria una prova tangibile dell’ obiettivo di declassamento perseguito per lasciar morire ogni forma di assistenza sanitaria pubblica ad Anagni e nel territorio, questa prova è palesemente rintracciabile nel funzionamento a scartamento ridotto che penalizza l’ utilizzo del Mammografo ad alta tecnologia per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella, disponibile nel nostro ex-Ospedale, ma privo del personale necessario per la sua regolare operatività.
Ai cittadini va ricordato che questa apparecchiatura è stata acquistata da BancAnagni, con il contributo dell’ azienda Boccadamo, di privati cittadini e del Comune di Anagni.
Va ricordato, altresì, che in molte occasioni i responsabili politici della Sanità locale e regionale hanno parlato e straparlato dell’ importante problema della prevenzione, con toni di propaganda e nessun fatto concreto se non l’ apertura di risibili ed inutili strutture, pagate con i soldi dei contribuenti.
Ora Anagni ha il nuovo sindaco, Daniele Natalia, che ha ribadito il suo impegno prioritario per restituire ai cittadini un servizio sanitario per l’ urgenza e l’ emergenza che dia nella riapertura del Pronto Soccorso un segnale qualificante di un’autentica svolta politica e amministrativa.
Per il raggiungimento di questo obiettivo il sindaco deve puntare sul coordinamento dei sindaci del territorio per concordare con urgenza una proposta da portare ai vertici aziendali e regionali.
Natalia potrà contare con certezza sul consenso compatto degli anagnini, che lo attendono alla prova dei fatti.
Il Comitato “Salviamo l’ Ospedale di Anagni ”
Anagni, 27 giugno 2018
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