Successivamente, nell’assemblea comizio elettorale convocata davanti l’ex Ospedale di Anagni, dal candidato sindaco Bassetta, l’allora consigliere regionale del PD Mauro Buschini confermò gli impegni presi già a suo tempo in un’altra pubblica assemblea, per il rilancio della struttura ospedaliera anagnina. Qualche mese dopo, dicembre 2014, il sindaco appena eletto Fausto Bassetta, nel votare a favore dell’atto aziendale redatto dall’allora dirigente aziendale Teresa Mastrobuono, ottenne una citazione nel testo dell’atto di alcuni possibili servizi da attivare: un poliambulatorio specialistico, una postazione per gli screening oncologici, un centro dialisi, un laboratorio analisi per le emergenze, una radiologia dotata di sistemi di teleconsulto e telediagnosi, l’attivazione del day service, della day surgery e della chirurgia ambulatoriale, un punto di primo intervento (PPI) h24 con posti letto di Obi (Osservazione Breve Intensiva) e un centro per la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica sulle problematiche della Valle del Sacco.
Contrariamente a tutte le migliori intenzioni dichiarate in campagna elettorale e a seguito dell’adesione all’atto aziendale, ad oggi nulla è stato fatto.Nel luglio 2016 i consigli comunali dei nove comuni dell’area nord della provincia di Frosinone approvano una delibera che richiede sei servizi indispensabili per riportare l’Ospedale ad un minimo funzionamento utile per la popolazione:
1) un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri
2) un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza;
3) una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery,
4) una Unità Operativa di Anestesia e Sala Operatoria;
5) servizio di Radiologia per indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete allo specialista di turno;
6) servizio di Laboratorio per indagini laboratoristiche in Pronto Soccorso.
Non si è avuta una risposta a questa delibera da parte della Regione.
Nel frattempo i locali dell’ex Ospedale di Anagni hanno visto una radicale trasformazione della loro destinazione d’uso: al posto dei reparti di degenza e degli ambulatori sono stati ivi trasferiti gli uffici amministrativi e alcuni servizi territoriali. Rimane solo un precario punto di primo intervento, la dialisi e il laboratorio analisi. Perfino il mammografo acquistato con i soldi dei cittadini, di Bancanagni e altre imprese private funziona a scartamento ridotto, mentre l’imballo della nuova tac risulta da scartare. Il territorio è completamente scoperto di servizi sanitari in linea con i livelli minimi di assistenza, soprattutto per le emergenze e la prevenzione, con liste d’attesa con tendenza all’allungamento. Anche l’Ospedale di Colleferro, a cui si rivolge ormai abitualmente la popolazione della zona nord della provincia di Frosinone, sta subendo la stessa sorte dell’Ospedale di Anagni.
Comitato “Salviamo l’Ospedale” di Anagni
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