L’intervista di Carlo Picozza a Nicola, da La Repubblica, 14 novembre 2013
Con la scelta dei direttori «generali di ospedali e Asl il Lazio entra in una fase all’insegna del merito», prevede il governatore Nicola Zingaretti, «i cittadini e la Regione beneficeranno di questa ondata di pulizia, trasparenza e qualità». Intanto, però, su criteri e metodo di selezione dei dg, si levano critiche dall’opposizione e dalla stessa maggioranza, dai sindacati e dai candidati.
«Ogni innovazione si accompagna a resistenze e polemiche; ma avverto dai cittadini e dal mondo della sanità, una grande voglia di un cambiamento che faccia perno sul merito. Dalla maggioranza nessuna critica; anzi, voglio ringraziarla: non ha avuto paura dell’innovazione; dallo scioglimento di alcune società regionali alla selezione dei dg ha dimostrato compattezza e solidarietà. All’opposizione dico: voltiamo pagina di fronte all’opportunità per la politica di un recupero di dignità».
Presidente lei sta annunciando un percorso di discontinuità ma tra i dg in fieri si riaffacciano volti noti. «La sfida è stata aperta in una campagna elettorale impostata sulla parola d’ordine “Cambiamo tutto“: non ci saranno facce vecchie.
Da candidato sono stato chiaro: “Per i dg guarderò a merito e qualità”; ora, da presidente, non cambio opinione. Sceglierò dalla lista dei 50 anche se potrei farlo su un elenco di idonei più ampio». Tra i 199 selezionati, solo 89 sono laziali, il resto, 110, quale conoscenza della regione può vantare? «Considero una sfida positiva la chiamata a raccolta dei migliori d’Italia: nella condizione in cui versa la sanità regionale, la competizione aiuterà la qualità a crescere».
Molti considerano colloqui, test e quiz come sostitutivi dei titoli, quindi, illegittimi. «Colloqui e altre prove, integrano i titoli che i saggi hanno valutato attentamente».
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