sabato 12 novembre 2016

Comunicato del Comitato “Salviamo l’ Ospedale di Anagni”

Sono passati  ben 18 mesi da quando l’atto aziendale della ASL di  Frosinone approvato con  DCA 1 Aprile 2015 n. U00134, decretava con 8 righe un minimo di riorganizzazione sanitaria del Presidio di Anagni, ben poca cosa, ovviamente, di fronte  alle esigenze di servizi sanitari della popolazione residente a nord della provincia di Frosinone.

Tuttavia, quelle poche righe rappresentano ancora una speranza da cui ripartire e la  loro attuazione permetterebbe una  concreta offerta di assistenza  sanitaria per molte necessità di intervento, evitando inutili file e sovraffollamenti del Pronto Soccorso di Frosinone o di Colleferro, per quelle patologie, codici  verdi e  gialli, che potrebbero essere trattate in loco, in linea con quanto  è prescritto dai Livelli  Essenziali  di Assistenza  ( LEA).

Pertanto, le proposte di riorganizzazione e ottimizzazione del lavoro all’interno del Presidio Sanitario di Anagni si possono sintetizzare come segue :

assegnazione di almeno 3 medici per il  Punto di Primo Intervento, di cui un anestesista rianimatore e due  medici di Medicina d’ urgenza.

Assegnazione di almeno 3 tecnici di laboratorio che insieme ai due già in servizio garantirebbero l’operatività del Laboratorio analisi nelle  ore  diurne  e la reperibilità nelle  notturne, stante l’ elevato numero di prestazioni attualmente  effettuate.

Acquisto di una nuova apparecchiatura  per esami Tac.

Acquisto di un nuovo ecografo multidisciplinare a disposizione dei Cardiologi, dei chirurghi, dell’ urologo e dei medici del P.P.I.

Rinnovo e ammodernamento delle  apparecchiature radiologiche.

Si sottolinea  l’importanza  del prossimo arrivo del Tomomammografo, donato da BANCANAGNI, che aprirà una nuova prospettiva nel campo della  prevenzione del cancro della  mammella.

Tale forma di riorganizzazione avrebbe  anche la  disponibilità, più volte dichiarata, di personale infermieristico qualificato, già dipendente dell’ Ospedale di Anagni, che collaborerebbe in forma volontaria, previa   stipula  di assicurazione.


Anche la  copertura economica potrebbe ricavarsi dai Fondi Regionali destinati attualmente al PAT, temporanea e inutile prestazione  sanitaria che coinvolge i medici di base per la stessa assistenza prestata dal  Punto di Primo Intervento, e che determina un’evidente dispersione di  risorse.

                  A tali  richieste va premessa  una  condizione indispensabile:

L’ Ospedale deve essere  messo in sicurezza con i provvedimenti necessari a garantire la vigilanza degli accessi e degli ambienti per  scongiurare danneggiamenti  e furti di apparecchiature, come è accaduto di recente.

In questi giorni verrà sottoposto a revisione, come  da  regolamento, l’ Atto Aziendale e anche il Sindaco Bassetta avrà la possibilità di intervenire nella discussione  per chiedere:

l’attuazione e il rafforzamento del testo attuale, sottoscritto a suo tempo dal Sindaco del Comune di Anagni e che rappresenta per il primo cittadino di Anagni, come  per ogni altro sindaco, l’ esercizio della  sua  funzione di tutela responsabile della  salute  dei cittadini.

L’ intervento della  ASL per chiarire  la situazione, ibrida e contraddittoria, della  struttura, e bloccare quanto sta succedendo perché,  al di là di contrasti  interni  all’ Azienda, sono inaccettabili i disagi e i rischi sopportati da decine e decine di persone già assistite o che  hanno necessità di esserlo.

Nel frattempo, quali sono state le azioni concretamente effettuate per la riorganizzazione dell’ Ospedale da parte, in primo luogo, del Sindaco di Anagni e di quelli dei Comuni  limitrofi che ad Anagni fanno riferimento?

Alla votazione della delibera da parte dei 9 Consigli Comunali per il riconoscimento di area  disagiata  per il  grave stato di criticità economico - sociale – ambientale e sanitario del territorio, con la richiesta di un ospedale  sede di pronto soccorso con delle caratteristiche organizzative  di base, doveva far seguito la immediata  presentazione della richiesta nelle sedi opportune, Regione e Ministero della Salute.

Sembra invece che i sindaci si siano accontentati di aver votato la delibera e sono perciò  doppiamente rinunciatari, in quanto hanno tutti riconosciuto la drammaticità socio-sanitaria del nostro territorio, ma non si sono prodigati e non si  prodigano con tutte le loro forze per proporre direttamente  e convintamente al Commissario  Zingaretti la soluzione di almeno uno dei problemi  di questo territorio, quello dell’ assistenza sanitaria.

La loro inerzia di fatto rischia di diventare complicità.

Lo stesso disinteresse e disimpegno sono del tutto evidenti nella non azione dei  rappresentanti politici regionali e parlamentari, eletti con i  voti dei cittadini dell’area nord della provincia. Eppure le interrogazioni dei parlamentari e dei consiglieri regionali in molti casi sono state determinanti per la riapertura di Ospedali e Pronto Soccorso. Per fortuna i referenti locali cominciano a prendere atto dell' inerzia di questi politici. Come si evince dall’apprezzabile  intervento  del segretario del Circolo PD di Anagni, prof. Francesco Sordo, che  ha  coinvolto gli altri Circoli del territorio per un impegno  immediato e concreto sulla situazione di  emergenza dell’ Ospedale di Anagni.

Come intendiamo proseguire noi del “ Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni “ ?

In assenza di risposte immediate e soddisfacenti,  prenderemo iniziative che coinvolgano tutti i cittadini dei comuni interessati, associazioni e gruppi politici che hanno a cuore la sanità nel nostro territorio, chiamando a rispondere in un’ Assemblea pubblica, tutti i rappresentanti politici espressi dalla  nostra  provincia.

                                                             Il Comitato  “ Salviamo l’ Ospedale di Anagni  ”

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