A breve distanza presso l’ex ospedale sono morte per un malore due persone, che avevano accompagnato i coniugi. Questi episodi dimostrano la necessità di un pronto soccorso, ma nella nostra struttura è stato chiuso dall’ASL/FR (estate 2018) perfino il PPI (unico nel Lazio), la cui chiusura non era prevista nel decreto del Presidente della Regione. Il tutto è avvenuto senza alcuna reazione concreta da parte dell’amministrazione. D’altronde la sanità è solo argomento di campagna elettorale.
A distanza di qualche settimana si
è ripetuto il dramma di una persona che muore per un malore improvviso nell’
ex- Ospedale di Anagni, dove aveva accompagnato la moglie per una visita. Come nel
caso precedente, l’intervento dei sanitari che si sono prodigati, non è stato
sufficiente a prestare il soccorso necessario nel momento della drammatica
urgenza. Difficile accettare fatti del genere come una triste fatalità. Si
tratta, piuttosto, di respingere ancora una volta la lettura che viene data
dalle autorità sanitarie della situazione dell’ assistenza in questa città, che
non è quella che ci viene raccontata, ma quella reale che ben conosciamo e che
ci dice, ancora una volta, che Anagni e il suo territorio sono privi dei
soccorsi indispensabili nei casi di urgenza e di emergenza.
L’ ultimo documento pubblicato il
13 gennaio scorso dal Comitato “Salviamo l’ Ospedale di Anagni“ era fortemente
critico riguardo alla riorganizzazione dei servizi sanitari nell’ area nord, in
particolare per Anagni e I comuni limitrofi. Di fatto, tale presunta
riorganizzazione, non prevede nulla di più dei servizi ancora offerti nell’ ex-
Ospedale. Non si parla di quelli essenziali, di urgenza ed emergenza,
nonostante le sacrosante motivazioni esposte e ribadite dal nostro Comitato
alla Dirigenza ASL, vecchia e nuova, e che riguardano le specificità del
territorio e della città. Tali motivazioni, lo ripetiamo ancora una volta, sono
riassumibili nell’essere Anagni un centro studi che accoglie centinaia di
studenti e nella numerosa presenza di industrie importanti economicamente, ma
anche ad elevato rischio di incidente tecnico e/o ambientale. Proprio nella
tarda serata di ieri 3 febbraio, nella zona della stazione ferroviaria di
Sgurgola, lungo il fiume Sacco si è diffuso, estendendosi rapidamente verso
Frosinone, un odore insopportabile acre e nauseabondo. Alla richiesta dei residenti
sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Radio Mobile di Anagni che, a loro
volta, hanno richiesto l’ intervento dei Tecnici di Arpa Lazio, accorsi anche
loro. E’ stata così constatata l’ esistenza di uno scarico abusivo, sono stati
fatti alcuni prelievi ed ora si attende di sapere chi ha sversato e che cosa
nel fiume. E’ l’ intollerabile riconferma di una situazione molto grave , nota
da anni e da anni oggetto di parole, promesse, azioni inconcludenti, quando non
peggiorative, le cui conseguenze hanno prodotto danni ai terreni, alle attività
economiche, all’ aria che respiriamo, alla salute della popolazione residente.
Tutti stiamo pagando un prezzo altissimo in termini di disturbi e malattie
progressivamente crescenti in gravità e quantità. Però non abbiamo un Ospedale!
Anzi, contro la logica e il buonsenso, si fatica a comprenderne la necessità da
parte dei responsabili della salute pubblica e dell’ ambiente.
Il bel progetto di
riorganizzazione sanitaria illustrato dalla Dirigente ASL, nell’incontro con il
Sindaco di Anagni e i sindaci dei paesi dell’ area nord, ha suscitato un coro, quasi
unanime, di approvazione per “ le magnifiche sorti e progressive “ che si annunciano
per i cittadini: anche se nulla si dice sui finanziamenti predisposti per investimenti
tecnologici innovativi e per le necessarie adeguate risorse umane.
Come la realtà sia ben altra lo
vediamo tutti i giorni e non saranno certo le Case di Comunità e/o gli Ospedali
di Prossimità, etichette, come le Case della Salute, finora prive di contenuti,
a migliorarla. Sia ben chiaro che le une e gli altri sono un tentativo di
rafforzare i servizi domiciliari, la degenza infermieristica, la telemedicina,
ma è altrettanto chiaro che queste proposte sono, come si dice, “pannicelli caldi”
se manca il modello organizzativo strutturale dell’ assistenza che garantisca
il Livello Essenziale (LEA ) e il Soccorso urgente. Tutto il resto sono
chiacchiere che ci sentiamo ripetere da anni.
Ora i soldi ci sono e ne
arriveranno molti, circa 20 mld per la sanità previsti nel Pnrr, che, come
sottolineato da tutti, dovrebbero rispondere alla necessità di costituire una rete di
servizi distribuita su tutti i territori, con modalità diverse ma tali da
rispondere alle effettive esigenze delle persone. Usiamoli bene! Sarebbe una
dimostrazione di trasparenza verso i contribuenti informarli su ciò che è stato
speso di quanto finora ricevuto.
Per lo specifico problema di Anagni e dei numerosi comuni limitrofi, a nostro avviso, l’ effettiva assistenza territoriale non può fare a meno di una Struttura Ospedaliera vera.
Anagni, 5.02.2022
Il Comitato “ Salviamo
l’Ospedale di Anagni “
Anagni Scuola Futura, Associazione
Anagni Viva, Associazione Diritto alla Salute, Comitato Ponte del Papa,
Comitato Residenti Colleferro, Re.Tu.Va.Sa.( Rete per la Tutela della
Valle del Sacco ).
Per info: telefonare al n.: 3930723990.
mail: info@dirittoallasalute.com.