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Quelli che sono a favore del Biodigestore ad Anagni 2
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Quelli che sono a favore del Biodigestore ad Anagni 2
23 Luglio 2021 - Il giorno 8 luglio 2021 il Consiglio di Stato ha accolto l’appello sul ricorso proposto da Anagni Viva, Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), Comitato residenti Colleferro contro la Regione Lazio e i Ministeri della Transizione Ecologica e della Salute, non costituiti in giudizio, nei confronti di Saxa Gres S.p.a., per la riforma della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Tar) che aveva dichiarato improcedibile il ricorso.
I ricorrenti avevano presentato ricorso contro l’autorizzazione di un impianto produttivo di gres porcellanato, con recupero di rifiuti pericolosi, ovvero di scorie risultanti dal processo di termovalorizzazione di rifiuti. In sede giurisdizionale, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello dei ricorrenti, e «[…] ha dedotto (primo motivo di appello) la nullità della sentenza di primo grado n. 12805/2020, resa dal T.a.r. per il Lazio, per violazione del contraddittorio» e «nella peculiarità della fattispecie, in un vulnus dello stesso a cagione del quale il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale accoglie l’appello e, per l’effetto, annulla la sentenza n. 12805/2020, resa dal T.a.r. per il Lazio, e rimette la causa al giudice di primo grado ai sensi dell’art. 105, comma 1, c.p.a.». Questa sentenza accoglie dunque le ragioni, rappresentate dal nostro legale, Avv. Vittorina Teofilatto, supportate da osservazioni e documentazioni raccolte con esclusiva attenzione alle motivazioni tecnico-scientifiche relative all’oggetto del ricorso, che sono state presentate dalle tre Associazioni ricorrenti, parte attiva insieme con i numerosi Comitati, Associazioni e Movimenti civici che costituiscono il Coordinamento Ambientale di Anagni, impegnato da oltre un decennio nel contrastare le problematiche, note e meno note, relative all’inquinamento ambientale.
Dopo questa sentenza, si aprirà una nuova fase processuale necessitata dal rinvio al primo giudice.
Ora siamo di fronte ad una nuova sfida, ardua per complessità e difficoltà. Fortunatamente, va rilevato che da alcuni giorni non soltanto il Coordinamento, ma altri movimenti civici e tanti singoli cittadini stanno animando un forte moto di opposizione al procedimento di autorizzazione da parte della Regione Lazio al progetto di un biodigestore per il trattamento dei rifiuti organici da installare nel territorio di Anagni, per il quale il Sindaco si è favorevolmente espresso. È una sfida che mette in gioco non soltanto la sostenibilità ambientale del territorio e la tutela della salute dei residenti, ma anche le residue aspirazioni ad un modello di autentico sviluppo sostenibile per il nostro territorio, ben altrimenti promosse ed operanti in altri contesti provinciali e regionali.È una sfida che richiederà chiarezza di intenti, individuazione di strumenti efficaci, collaborazione dei cittadini, per raggiungere l’obiettivo della revisione/annullamento della autorizzazione concessa.
Il biodigestore andrebbe ad impattare su un territorio già fortemente compromesso:
- vi si trovano ben 7 aziende a rischio di incidente rilevante (legge Seveso bis) sulle 21 della valle del Sacco e sulle 69 della regione Lazio. Ogni anno la Prefettura di Frosinone predispone, secondo le norme, un piano d'emergenza (http://www.prefettura.it/frosinone/contenuti/54497.htm), dove viene indicato, in alcuni casi, proprio l'ospedale di Anagni come la struttura idonea più vicina (ved. p. es. Romana Chimici, Rivoira, Simmel Difesa, Oxido, PEE Energas Supino, PEE Huntzman S.r.l. Patrica ...). Come mai alcuni di questi piani non vengono aggiornati?
- è un'area SIN tra le 44 più inquinate d'Italia (dati del Ministero della Salute)Nella foto: Brucia deposito di stoccaggio al Castellaccio (2013) Paliano (19 giugno 2013) dentro la nuvola tossica nera (sotto), mentre la parte sopra è la stessa immagine ripresa da Anagni in una giornata normale |
Il procedimento di autorizzazione da parte della Regione Lazio al progetto di un impianto per il trattamento dei rifiuti organici (Biodigestore) da installare nel territorio di Anagni ha avuto inizio nel 2017 e giovedì 24 giugno 2021, a tre anni di distanza, si è svolto un Consiglio Comunale “aperto“, richiesto dai consiglieri di minoranza per discutere dell’argomento.
Al Consiglio erano presenti i Consiglieri di minoranza, alcuni della maggioranza e membri della Giunta, i responsabili amministrativi e tecnici della società proponente, Energia Anagni, il presidente della SAF (Società Ambiente Frosinone) i rappresentanti non soltanto di Anagni delle Associazioni e dei Comitati ambientalisti, esponenti sindacali, la stampa.
Una presenza molto significativa e forse non attesa, è stata quella di molti cittadini, nonostante il giorno lavorativo e l’ ora mattiniera, a riprova che la necessità di essere informati e di capire gli aspetti problematici del complesso problema è, fortunatamente, forte e avvertita da molti cittadini che però l’ Amministrazione non ha ritenuto di dover coinvolgere. Eppure la discussione riguardava un impianto destinato a trattare 84.00 tonnellate circa annue di rifiuti organici in un contesto territoriale gravato da molti e seri problemi di inquinamento ambientale, dalle loro conseguenze sulla salute e senza le necessarie strutture sanitarie.
Nelle tre Conferenze dei servizi che si sono svolte, il Sindaco ha espresso e confermato la sua posizione a favore del Biodigestore, limitandosi a rivendicare il suo impegno risoluto nel pretendere cautele e garantire controlli continui e severi quando l’ impianto sarà operativo.
E questo ha ribadito nei suoi interventi di sabato scorso, senza chiarire con quale struttura tecnico scientifica l’ Amministrazione Comunale pensa di garantire i necessari controlli che, peraltro, rientrano nella sfera di competenza di altri Enti e Autorità.
Negli interventi dei consiglieri di opposizione, concordi nel sostenere il No all’ impianto con diverse argomentazioni, è stata sottolineata la grave scelta dell’ Amministrazione di aver ignorato il dettato della Delibera del Comune di Anagni n. 8 del 30.03.2017 “ Atto di indirizzo in materia ambientale. Moratoria per gli impianti di trattamento rifiuti “ .
Moratoria che l’ allora Consiglio Comunale votò all’ unanimità. Ne facevano parte l’ attuale Sindaco e alcuni consiglieri dell’ attuale maggioranza , allora schierati all’ opposizione.
Tale delibera è tuttora vigente.
Sono seguiti gli interventi della Società proponente, ampi ed articolati, che non hanno apportato quei chiarimenti richiesti ripetutamente in sede di Conferenza dei Servizi dalle Associazioni Ambientaliste, che li avevano documentati scientificamente e tecnologicamente nelle Osservazioni presentate alle Conferenze e depositate agli Atti.
Nei loro interventi le Associazioni Anagni Viva e Comitato residenti, in rappresentanza del Coordinamento Ambientale hanno illustrato i loro dubbi e le loro perplessità e confermato il loro No all’ Impianto per le ragioni seguenti:
1° la capacità di trattamento dei rifiuti, 84.000 tonnellate annue, è più del doppio delle necessità del territorio provinciale che, dal Catasto Rifiuti ISPRA del 2019, risulta aver prodotto 36.488 ton. di Rifiuti. A ciò si aggiunge il problema dei Trasporti e la Regione stessa parla di un TIR ogni 7 minuti per ogni giornata e uno ogni 4 il sabato (senza ancora considerare quelli in uscita). Da ultimo l’ emanazione di odori, non esattamente profumati.
2° la collocazione dell’ impianto in un territorio con livelli di inquinamento alti ( Area SIN ) per la presenza di molte industrie già esistenti e per le conseguenze impattanti sull’ ecosistema e la salute umana, senza trascurare le possibili ricadute sfavorevoli per lo sviluppo economico e occupazionale ( stupefacente in proposito l’ intervento del rappresentante sindacale) oltre che per la penalizzazione delle prospettive turistiche, spesso invocate.
3° da sottolineare come in tutta questa vicenda manchi, come al solito, un parere della ASL, l’ unica autorità a poter dare una valutazione sulla compatibilità dell’ impatto di tale colossale impresa sull’ ambiente e la salute dei cittadini della Valle del Sacco.
Perché la ASL non si pronuncia? E perché nessuno ne invoca un parere? In primis le forze sindacali che dovrebbero avere a cuore la sorte della salute dei lavoratori?25 mucche furono trovate morte presso il rio Mola Santa Maria nel 2005
Saremo destinati a diventare il Collettore di Rifiuti di altri territori ? leggi Roma! Al momento sembra proprio così !
e queste sono le premesse, chi potrà garantire che le lavorazioni avvengano effettivamente secondo quanto assicurato dai tecnici della parte aziendale ?
Esisterà un organo di controllo a cui ci si potrà rivolgere e che potrà intervenire rapidamente in caso di emergenze?
Anagni non ha più nemmeno il Pronto Soccorso né il Punto di Primo Intervento!
Oppure, come al solito, l’attività di vigilanza sarà demandata alla buona volontà del Popolo inquinato ?
Il tragico passato dei disastri ambientali della nostra Valle ci insegna che senza chiarire questi elementi non si può approvare nessuna nuova attività industriale.
Ad oggi , con la delibera regionale del 10.06.2021 l’ iter autorizzativo per la concessione della VIA – valutazione di impatto ambientale- si è concluso positivamente, ma non ancora definitivamente.
Il Coordinamento Ambientale rafforzerà l’ impegno per informare e attivare la collaborazione di quanti, cittadini e associazioni vorranno contribuire ad approntare gli strumenti, anche legali e necessariamente costosi, per opporsi ad un Mega Impianto di Trattamento Rifiuti in questo territorio che non può né accettare né sostenere questa scelta.
nota stampa a cura del COORDINAMENTO DI ANAGNI PER L’AMBIENTE
LE ASSOCIAZIONI: ANAGNI VIVA, RETUVASA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, RAGGIO VERDE, ASSOCIAZIONE DIRITTO ALLA SALUTE, COORDINAMENTO INTERPROVINCIALE AMBIENTE E SALUTE VALLE DEL SACCO E BASSA VALLE DEL LIRI (al quale hanno aderito 32 tra associazioni e comitati), ASSOCIAZIONE QUARTIERE CERERE.