domenica 13 gennaio 2013

Anagni stato di emergenza sanitaria! Si pensa al ricorso alla Corte di Giustizia Europea


Solo l’Ospedale di Anagni,‭ ‬alla fine,‭ ‬ha pagato‭ ‬il‭ ‬dazio nella vicenda della revisione della spesa che doveva rimettere in ordine i conti della sanità laziale.‭ ‬Sono bastate alcune manifestazioni romane e la paura della prossima tornata elettorale a far saltare il programmino che il commissario Bondi aveva elaborato per tagliare un altro migliaio di posti letto nella nostra regione e nella stessa capitale.‭ ‬Ora Enrico Bondi si è dimesso da commissario ad acta‭  ‬per la sanità del Lazio e la soluzione del debito regionale è stata rimandata a dopo le elezioni.‭ ‬Per fortuna a mettere in sicurezza i conti ci hanno pensato quelli della ASL di Frosinone che con la chiusura,‭ ‬provvisoria,‭ ‬dell’Ospedale di Anagni‭  ‬hanno risparmiato l’ennesima figuraccia internazionale all’Italia.‭ ‬Infatti proprio qualche giorno fa,‭ ‬con il‭  ‬trasferimento di due‭  ‬medici dall’Ospedale di Anagni a‭ ‬quello di‭  ‬Alatri,‭  ‬si è‭  ‬completata la‭  ‬riduzione del‭  ‬cosiddetto Punto di Primo Intervento h.24‭ ‬a una specie di ambulatorio per‭  ‬l‭’ ‬applicazione di cerotti‭!
L‭’ ‬ultimo provvedimento prelude alla chiusura di fatto dell‭’ ‬Ospedale,‭ ‬fermo restando il giudizio che il‭ ‬10‭ ‬aprile prossimo il Tar esprimerà su tutti‭  ‬i ricorsi presentati,‭ ‬e sancisce una realtà‭  ‬di estrema gravità‭  ‬per l‭’ ‬assistenza sanitaria‭  ‬pubblica essenziale,‭ ‬cancellata,‭ ‬stravolta,‭ ‬degradata,‭  ‬non soltanto ad Anagni,‭ ‬ma con conseguenze a catena per tutta l’area della‭  ‬provincia.
E‭’ ‬sempre più evidente come‭  ‬la strategia messa in atto per chiudere l’Ospedale sia nata da una faida interna al centrodestra ancora al governo nella regione Lazio,‭ ‬mascherata da‭  ‬motivazioni gestionali,‭ ‬che i cittadini di Anagni dovranno pagare fino in fondo in termini di immagine della città e di sottrazione di servizi.‭ ‬Infatti come avevamo previsto e come verifichiamo ogni giorno non è vero che con la chiusura di Anagni siano migliorati i servizi sanitari provinciali,‭ ‬anzi sono peggiorati come dimostrano le file ai pronto soccorso,‭  ‬la chiusura di reparti‭ (‬vedi quello di ematologia a Frosinone‭) ‬e la riduzione dei servizi ambulatoriali.


Il Comitato”Salviamo l’Ospedale di Anagni‭” ‬e tutti i cittadini che continuano a sostenerlo,‭ ‬chiedono che vengano immediatamente ripristinati i reparti di degenza ed il Pronto Soccorso chiusi dall'attuale dirigenza ASL con il provvedimento del ‭ ‬5‭ ‬novembre‭ ‬2012.‭ ‬Chiedono a tutti i candidati alle prossime elezioni,‭ ‬regionali e politiche,‭ ‬di sostenere questa rivendicazione come un atto di giustizia dovuta nei confronti di un’intera comunità,‭ ‬ingiustamente penalizzata da regolamenti di conti politici che nulla hanno a che fare con il Diritto alla Salute.‭ ‬Il Comitato continuerà la battaglia legale presentando nei prossimi giorni il ricorso al Consiglio di Stato,‭ ‬appellando l’ordinanza di martedì‭ ‬5‭ ‬dicembre‭ ‬2012‭ ‬con la quale il TAR del Lazio ha respinto il nostro ricorso contro il provvedimento del ‭ ‬5‭ ‬novembre‭ ‬2012.‭ ‬Il Comitato‭  ‬sta valutando concretamente la presentazione di un ricorso alla Corte‭  ‬di Giustizia‭  ‬Europea,‭ ‬per difendere la dignità calpestata di una comunità periferica lontana dal centro e per questo senza tutele.‭
Di fronte alla gravità della situazione‭ ‬destinata a peggiorare anche in vista dell'arrivo dell'influenza che si preannuncia piuttosto virulenta,‭ ‬ricordiamo ancora una volta al Sindaco che egli‭  ‬rappresenta‭  ‬l‭’ ‬autorità sanitaria‭  ‬che deve tutelare,‭ ‬per Legge,‭ ‬la comunità cittadina.‭
Chiediamo pertanto al Sindaco‭ di dichiarare lo stato di‭  ‬Emergenza sanitaria di convocare un Consiglio Comunale per pretendere l’immediato ripristino dei reparti di degenza e del Pronto Soccorso‭
di programmare tutti gli interventi necessari alla tutela dell’integrità della struttura dell’Ospedale di Anagni‭
di requisire immediatamente tutto il patrimonio di attrezzature e di arredi dell‭’ ‬ospedale e di affidare l‭’ ‬incarico all‭’ ‬Ufficiale‭  ‬Giudiziario,‭ ‬sulla base del credito che,‭ ‬a detta del Sindaco,‭ ‬il Comune‭  ‬vanta nei confronti‭  ‬della ASL di Frosinone.

Comitato‭ “‬Salviamo l‭’ ‬Ospedale di Anagni‭”
Per info:‭ ‬tel.:‭ ‬3930723990 - www.dirittoallasalute.com - http://anagnicaputmundi.blogspot.it‭ – ‬http://anagniscuolafutura.blogspot.it/‭

Il Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni invita i cittadini a contribuire alle onerose spese legali da sostenere per la salvezza dell’Ospedale  versando un’offerta sul conto corrente appositamente acceso presso la Banca di Credito Cooperativo di Roma Ag. di Anagni con IBAN: IT 40 W 08327 74291 000000000180. Segnalare l’avvenuto versamento tramite mail: info@dirittoallasalute.com o telefonando al n.:  3930723990.


Oppure sul conto corrente di‭ “‬Anagni Viva‭” ‬aperto presso‭ ‬BancAnagni:‭ ‬IBAN:‭ ‬IT96‭ ‬X083‭ ‬4474‭ ‬2900‭ ‬0000‭ ‬1848050‭ ‬con la causale:‭  "‬Pro Ospedale di Anagni‭"

sabato 12 gennaio 2013

Sos Ambiente dalla Valle del Sacco e da tutta la Ciociaria.


 Da Retuvasa                 
  COMUNICATO STAMPA RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO
              Dopo l’attesa bocciatura TAR del Piano Rifiuti Lazio, si fermi il decreto Clini

Il TAR accoglie le ragioni degli ambientalisti, della Commissione Europea e della Corte di Giustizia Europea, bocciando il Piano Rifiuti regionale a seguito del ricorso presentato da Verdi, VAS e Forum Ambientalista e in adiuvandumdalla Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), rappresentata dagli avv. Daniela Terracciano e Vittorina Teofilatto.       
Va rimarcato che solo la Provincia di Latina si è validamente costituita in giudizio, presentando articolata memoria difensiva. Altre Province e Comuni, contrari al Piano rifiuti, avrebbero potuto rappresentare le loro ragioni nelle sedi opportune.
 Retuvasa, con la collaborazione dell’Unione Giovani Indipendenti (Ugi), si è fatta portavoce dell’interesse dei cittadini della Valle del Sacco e ha esposto al Collegio Giudicante le pesanti problematiche connesse al ciclo rifiuti nel ns. territorio, compresa la pratica di conferimento dei rifiuti nella discarica di Colle Fagiolara senza alcun previo trattamento. Retuvasa ha inoltre rilevato l’assoluta mancanza di pianificazione da parte della Regione Lazio finalizzata a porre fine a tale pratica illecita, che consentirebbe l’apertura di una nuova procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Inoltre è stata stigmatizzata l’assoluta irrazionalità dell’estensione degli ATO, che avevano comportato l’inclusione dei Comuni di Paliano ed Anagni all’ATO di Roma, senza coinvolgere i Comuni interessati e senza considerare minimamente la densità abitativa, che avrebbe dovuto imporre la scorporazione del territorio di Roma da quello dei Comuni della Valle del Sacco.
La sentenza è stata dunque accolta con grande soddisfazione e ci si augura che venga posta come linea guida per un nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio, che, in ossequio alle normative comunitarie, comporti il passaggio da una gestione dei rifiuti basata solo sul loro smaltimento nelle discariche o nei termovalorizzatori ad una gestione dei rifiuti che punti sulla prevenzione, sul riutilizzo, sul recupero in materia, sul riciclaggio. 
           Logica vuole che le stesse motivazioni che hanno guidato la Commissione europea e il TAR, dimostrando l’assoluta inconsistenza del Piano Rifiuti varato dalla dimissionaria giunta regionale, che si è molto impegnata nel perfezionamento del fallimento delle precedenti giunte, illuminino il Ministro dell’Ambiente e il Governo dimissionari, convincendoli al ritiro del decreto che pretende di risolvere l’emergenza invocando una dubbia capacità residua di trattamento meccanico biologico nelle province laziali. A riguardo, non va dimenticato che è caduta una delle linee-guida del fallimentare Piano Rifiuti regionale, la rideterminazione degli ATO provinciali, funzionale appunto allo scarico dei rifiuti non trattati di Roma nelle province.
 Solo spingendo al massimo l’attuazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti incentrato sulla raccolta differenziata, impianti di riciclo e di compostaggio si potrà sperare di superare l’emergenza, che sarebbe aggravata, non risolta, dal semplice potenziamento di discariche e impianti di TMB. La Valle del Sacco attende la definitiva chiusura della discarica di Colle Fagiolara, e non accetterà mai un mega impianto di TMB a Castellaccio, funzionale al ciclo vizioso dei rifiuti della città di Roma.
Valle del Sacco, 10 gennaio 2013
Cliccare QUI per scaricare la sentenza del TAR.