Anagni - Dopo il successo della precedente, si ripropone, per Domenica 23 settembre, l'escursione «Dal Vicus romano (catacombe) al villaggio medievale».Partenza alle ore 9,15 in auto dal piazzale Regina Margherita (S. Giacomo) per raggiungere Vico Moricino (Tenuta Giudici, via Anticolana). I partecipanti senza auto troveranno un passaggio (nel possibile). Partecipazione libera e gratuita.
Si consigliano pantaloni lunghi, scarpe adatte e capellino (chi ha già il nostro cappellino lo può portare). L'escursione di media difficoltà durerà circa 3 ore.
Gli organizzatori declinano ogni responsabilità.
Si ringraziano i proprietari dei luoghi da visitare per la loro grande disponibilità.
Chi vuole può pranzare presso il ristorante Giudici.
AnagniArte, La Via dei Fiori, Gli Amici del Rio, Anagni Scuola Futura.
venerdì 21 settembre 2018
giovedì 20 settembre 2018
"Anagni tra pace e guerra" di Enrico Fanciulli
"Anagni tra pace e guerra", l'ultimo lavoro di Enrico Fanciulli, verrà presentato domenica prossima 23 settembre alle ore 16.30 nella sala della Ragione del palazzo comunale di Anagni.Il libro, come si evince dal titolo, tratta del periodo bellico relativo alla seconda guerra mondiale, quando, tra le varie vicende, Anagni si ritrovò occupata dai Tedeschi e fu dichiarata città-ospedale nel retrofronte di Cassino. Tra i fatti degni di nota di quel periodo ce ne sono alcuni sui quali è calato un velo di silenzio che l'autore ha cercato di sollevare, servendosi anche delle testimonianze di chi ha vissuto quei terribili momenti, nei quali la crudeltà della guerra è stata rischiarata qualche volta dall'amore (con conseguente matrimonio) sbocciato tra anagnine e soldati tedeschi. CR
Foto dalla collezione di Carla Marotta |
mercoledì 19 settembre 2018
Anagni - Tutti uniti per l'Ospedale
Il Consiglio Comunale di venerdì 14 settembre, convocato per discutere della questione ex-Ospedale, ha votato all’unanimità la delibera di diffida al Commissario Asl Macchitella e la richiesta al presidente Zingaretti di istituire ad Anagni un Presidio Ospedaliero di Base, con annesso Pronto Soccorso.
Dopo qualche prevedibile schermaglia tra consiglieri e dopo alcuni emendamenti integrativi, presentati dalla minoranza e accolti dalla maggioranza, tutto il Consiglio ha condiviso le iniziative predisposte a sostegno della richiesta di riapertura del PPI e, a seguire, del Pronto Soccorso.
Già in apertura di seduta il Sindaco aveva informato il Consiglio e i cittadini presenti nella Sala della Ragione di aver ricevuto dall’ Assessore Regionale alla Sanità D’Amato un comunicato che, in perfetto burocratese, lascia intendere l’intenzione di rivedere l’ ordinanza di chiusura del PPI, prorogandola intanto di un anno. Il comunicato è stato seguito, a stretto giro, da un’analoga dichiarazione di Macchitella.
Tutto ciò riapre spazi di manovra politica e giudiziaria che l’amministrazione ha avviato sottoscrivendo il ricorso al TAR contro la stessa delibera di chiusura.
Il Sindaco inoltre intende far leva sulla presenza nel territorio di Anagni di 7 industrie ad alto e altissimo rischio di grave incidente, per il qual caso la normativa (legge Seveso bis) prevede la presenza di un Pronto Soccorso raggiungibile in brevissimo tempo presso…. l’Ospedale di Anagni, dove però il Pronto Soccorso non c’è più !
Dunque, questa “ anomalia” deve essere sanata, per garantire la normale attività lavorativa delle industrie in questione.
A tal fine, si coinvolgeranno nell’ordine la Prefettura, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia.
L’unità di intenti e di iniziative che, per la prima volta, si registra tra l’ Amministrazione, le Associazioni e i Comitati è un buon risultato che va mantenuto e rafforzato, per non deludere le aspettative di tutti i cittadini che hanno manifestato il 2 agosto e di quanti, riuniti nel gruppo “ Adesso Basta “, presenti al gazebo h. 24, continuano con successo la raccolta firme, con ammirevole tenacia e convinzione.
Non ci illudiamo che la strada ancora da fare sia facile e che risposte concrete possano arrivare a breve termine. Per questo i sindaci del territorio debbono consolidare la propria unità e rilanciarla con azioni concrete: chiedere un incontro urgente con Zingaretti e contestualmente andare di persona dal Prefetto, minacciando anche la riconsegna delle fasce se non si riapre immediatamente il PPI, con la stessa velocità con cui è stato chiuso.
Il nostro obiettivo, comunque, resta sempre il Pronto Soccorso e la realizzazione dei cinque punti della delibera dei sindaci del 2016.
Il Comitato “ Salviamo l’ Ospedale di Anagni “
Anagni, 19 settembre 2018
Dopo qualche prevedibile schermaglia tra consiglieri e dopo alcuni emendamenti integrativi, presentati dalla minoranza e accolti dalla maggioranza, tutto il Consiglio ha condiviso le iniziative predisposte a sostegno della richiesta di riapertura del PPI e, a seguire, del Pronto Soccorso.
Già in apertura di seduta il Sindaco aveva informato il Consiglio e i cittadini presenti nella Sala della Ragione di aver ricevuto dall’ Assessore Regionale alla Sanità D’Amato un comunicato che, in perfetto burocratese, lascia intendere l’intenzione di rivedere l’ ordinanza di chiusura del PPI, prorogandola intanto di un anno. Il comunicato è stato seguito, a stretto giro, da un’analoga dichiarazione di Macchitella.
Tutto ciò riapre spazi di manovra politica e giudiziaria che l’amministrazione ha avviato sottoscrivendo il ricorso al TAR contro la stessa delibera di chiusura.
Il Sindaco inoltre intende far leva sulla presenza nel territorio di Anagni di 7 industrie ad alto e altissimo rischio di grave incidente, per il qual caso la normativa (legge Seveso bis) prevede la presenza di un Pronto Soccorso raggiungibile in brevissimo tempo presso…. l’Ospedale di Anagni, dove però il Pronto Soccorso non c’è più !
Dunque, questa “ anomalia” deve essere sanata, per garantire la normale attività lavorativa delle industrie in questione.
A tal fine, si coinvolgeranno nell’ordine la Prefettura, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia.
L’unità di intenti e di iniziative che, per la prima volta, si registra tra l’ Amministrazione, le Associazioni e i Comitati è un buon risultato che va mantenuto e rafforzato, per non deludere le aspettative di tutti i cittadini che hanno manifestato il 2 agosto e di quanti, riuniti nel gruppo “ Adesso Basta “, presenti al gazebo h. 24, continuano con successo la raccolta firme, con ammirevole tenacia e convinzione.
Non ci illudiamo che la strada ancora da fare sia facile e che risposte concrete possano arrivare a breve termine. Per questo i sindaci del territorio debbono consolidare la propria unità e rilanciarla con azioni concrete: chiedere un incontro urgente con Zingaretti e contestualmente andare di persona dal Prefetto, minacciando anche la riconsegna delle fasce se non si riapre immediatamente il PPI, con la stessa velocità con cui è stato chiuso.
Il nostro obiettivo, comunque, resta sempre il Pronto Soccorso e la realizzazione dei cinque punti della delibera dei sindaci del 2016.
Il Comitato “ Salviamo l’ Ospedale di Anagni “
Anagni, 19 settembre 2018
martedì 18 settembre 2018
Anagni Ospedale - La Regione, l'ASL e le "armi di distrazione di massa"
L'assessore regionale D'Amato e il direttore dell'ASL Macchitella hanno comunicato al Sindaco di Anagni di essere favorevoli alla riapertura del PPI di Anagni e sembra che la Regione Lazio sia intenzionata a chiedere al Ministero della Salute di rinviare di un anno la chiusura dei Punto di Primo Intervento (PPI).
Tutto questo sembra, in realtà, una "arma di distrazione di massa", parole per allungare i tempi e cercare di far perdere forza alla protesta cittadina del movimento "Adesso Basta". Infatti il PPI di Anagni non doveva chiudere per i seguenti motivi:
- in seguito al decreto 70/2015 del Ministero della Salute, che si limita a dare solo le linee guida per i PPI, il presidente Zingaretti ha emanato il DCA 257/2017 nel quale si elencano i PPI da chiudere nella Regione. Tra questi non c'è quello di Anagni. (vedi elenco in allegato).
- la Commissione Sanità della Regione Lazio, su richiesta del vice presidente Marcelli (M5S), proprio in base a ciò, ha chiesto alla ASL/FR di non chiudere a luglio il PPI di Anagni.
- l'ASL/FR il 15 luglio 2018, contro lo stesso decreto di Zingaretti (DCA) e contro il parere della Commissione Sanità, con una fretta eccessiva (il DCA prevedeva infatti la chiusura dei PPI entro il 31 dicembre 2018) ha chiuso il nostro PPI.
Siamo così al paradosso che tutti i PPI da chiudere secondo il DCA sono ancora aperti e quello di Anagni, che non è nell'elenco, è l'unico a essere stato chiuso.
Ma di che cosa stiamo parlando?
I sindaci del territorio, che si apprestano a presentare ricorso al TAR contro la chiusura del PPI, dovrebbero
-denunciare la ASL/FR per omissione di soccorso, non essendo oltretutto presente neanche un'ambulanza con medico a bordo.
-chiedere un incontro urgente con Zingaretti,
-recarsi di persona dal Prefetto e trattare in modo specifico il problema sanitario e dei piani di sicurezza delle industrie.
CR (Comitato Salviamo l'Ospedale di Anagni)
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/07/il-ppi-di-anagni-non-e-nellelenco.html
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/09/anagni-ospedale-alzare-il-tiro-e-avanti.html
Tutto questo sembra, in realtà, una "arma di distrazione di massa", parole per allungare i tempi e cercare di far perdere forza alla protesta cittadina del movimento "Adesso Basta". Infatti il PPI di Anagni non doveva chiudere per i seguenti motivi:
- in seguito al decreto 70/2015 del Ministero della Salute, che si limita a dare solo le linee guida per i PPI, il presidente Zingaretti ha emanato il DCA 257/2017 nel quale si elencano i PPI da chiudere nella Regione. Tra questi non c'è quello di Anagni. (vedi elenco in allegato).
- la Commissione Sanità della Regione Lazio, su richiesta del vice presidente Marcelli (M5S), proprio in base a ciò, ha chiesto alla ASL/FR di non chiudere a luglio il PPI di Anagni.
- l'ASL/FR il 15 luglio 2018, contro lo stesso decreto di Zingaretti (DCA) e contro il parere della Commissione Sanità, con una fretta eccessiva (il DCA prevedeva infatti la chiusura dei PPI entro il 31 dicembre 2018) ha chiuso il nostro PPI.
Siamo così al paradosso che tutti i PPI da chiudere secondo il DCA sono ancora aperti e quello di Anagni, che non è nell'elenco, è l'unico a essere stato chiuso.
Ma di che cosa stiamo parlando?
I sindaci del territorio, che si apprestano a presentare ricorso al TAR contro la chiusura del PPI, dovrebbero
-denunciare la ASL/FR per omissione di soccorso, non essendo oltretutto presente neanche un'ambulanza con medico a bordo.
-chiedere un incontro urgente con Zingaretti,
-recarsi di persona dal Prefetto e trattare in modo specifico il problema sanitario e dei piani di sicurezza delle industrie.
CR (Comitato Salviamo l'Ospedale di Anagni)
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/07/il-ppi-di-anagni-non-e-nellelenco.html
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/09/anagni-ospedale-alzare-il-tiro-e-avanti.html
DCA 257/2017 della Regione Lazio |
venerdì 14 settembre 2018
Anagni Ospedale - Alzare il tiro e avanti tutta!
Sarebbe un vero peccato che tutti gli sforzi del movimento «Adesso Basta», che oltre a organizzare una imponente manifestazione, ha raccolto finora più di 22.000 firme nel territorio, e che tutto l'impegno dei sindaci dei Comuni vicini non raggiungano l'obiettivo della riapertura del Pronto Soccorso di Anagni.
Riteniamo senz'altro positive le iniziative del sindaco Natalia, che agisce in accordo con gli altri sindaci del territorio e che dovrebbe inoltrare un ricorso al TAR contro la delibera dell'ASL di chiusura del PPI (Punto Primo Intervento).
E' positiva la richiesta di un nuovo presidio ospedaliero con pronto soccorso nel territorio di Anagni, che richiama in parte il piano regionale del 2009, che prevedeva la costruzione di un grande ospedale nell'area presso l'autostrada (vedi allegato).
Ma forse tutto questo non basta. Per ottenere dei risultati bisogna alzare tiro e battere il ferro finché è caldo; sarebbe un gravissimo errore non sfruttare la forza dei cittadini.
- Tutti i sindaci dovrebbero chiedere un incontro urgente con Zingaretti e contestualmente minacciare la riconsegna delle fasce al Prefetto (come ho proposto più volte dal 2013, link1-link2). Questa forma di protesta è stata attuata con risultati positivi nella nostra provincia nel giugno 2014 dai sindaci del comprensorio di Sora a difesa del proprio ospedale. (link 1), (link 2).
Anche i sindaci del territorio di Alatri si sono rivolti al Prefetto nel 2015 contro la chiusura di Pediatria. (link).
- Tutti i sindaci dovrebbero chiedere un incontro al Prefetto per discutere i piani di sicurezza delle fabbriche ad alto rischio del nostro territorio, che prevedono la piena attività dell'ospedale di Anagni. (link 1), (link 2).
- Pubblicare sul sito del sindaco tutte le denunce, i ricorsi e le richieste ufficiali fatte a difesa della salute dei cittadini, per maggiore trasparenza.
- Tutti i sindaci, oltre al ricorso al TAR, dovrebbero denunciare la ASL/FR per la chiusura del PPI, non prevista dal DCA 257 di Zingaretti del luglio 2017. Anche la commissione Sanità della Regione si è pronunciata contro tale chiusura. L'unico PPI chiuso nel Lazio è quello di Anagni, mentre tutti quelli da chiudere in base al DCA 257 sono aperti.
La questione è evidentemente politica e non sanitaria. Questa potrebbe essere l'occasione di riscatto della politica locale, ma deve osare di più.
Carlo Ribaudo (Comitato Salviamo l'Ospedale di Anagni).
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/07/il-ppi-di-anagni-non-e-nellelenco.html https://anagniscuolafutura.blogspot.com/2017/10/storia-degli-ultimi-10-anni.html
Riteniamo senz'altro positive le iniziative del sindaco Natalia, che agisce in accordo con gli altri sindaci del territorio e che dovrebbe inoltrare un ricorso al TAR contro la delibera dell'ASL di chiusura del PPI (Punto Primo Intervento).
E' positiva la richiesta di un nuovo presidio ospedaliero con pronto soccorso nel territorio di Anagni, che richiama in parte il piano regionale del 2009, che prevedeva la costruzione di un grande ospedale nell'area presso l'autostrada (vedi allegato).
Ma forse tutto questo non basta. Per ottenere dei risultati bisogna alzare tiro e battere il ferro finché è caldo; sarebbe un gravissimo errore non sfruttare la forza dei cittadini.
Il primo ospedale civile di Anagni |
Anche i sindaci del territorio di Alatri si sono rivolti al Prefetto nel 2015 contro la chiusura di Pediatria. (link).
- Tutti i sindaci dovrebbero chiedere un incontro al Prefetto per discutere i piani di sicurezza delle fabbriche ad alto rischio del nostro territorio, che prevedono la piena attività dell'ospedale di Anagni. (link 1), (link 2).
- Pubblicare sul sito del sindaco tutte le denunce, i ricorsi e le richieste ufficiali fatte a difesa della salute dei cittadini, per maggiore trasparenza.
- Tutti i sindaci, oltre al ricorso al TAR, dovrebbero denunciare la ASL/FR per la chiusura del PPI, non prevista dal DCA 257 di Zingaretti del luglio 2017. Anche la commissione Sanità della Regione si è pronunciata contro tale chiusura. L'unico PPI chiuso nel Lazio è quello di Anagni, mentre tutti quelli da chiudere in base al DCA 257 sono aperti.
La questione è evidentemente politica e non sanitaria. Questa potrebbe essere l'occasione di riscatto della politica locale, ma deve osare di più.
Carlo Ribaudo (Comitato Salviamo l'Ospedale di Anagni).
http://anagniscuolafutura.blogspot.com/2018/07/il-ppi-di-anagni-non-e-nellelenco.html https://anagniscuolafutura.blogspot.com/2017/10/storia-degli-ultimi-10-anni.html
Piano di programmazione sanitaria regionale del 2009. |
sabato 8 settembre 2018
Le contrade medievali (guida di Anagni, 1989)
In occasione del Palio cittadino si forniscono alcuni dati sulle contrade anagnine. Quelle attuali non corrispondono del tutto alle contrade medievali. I dati sono tratti dalla Guida di Anagni, testo a cura di Carlo Ribaudo, edita nel 1989 dalla ProLoco, con il contributo dell'attuale BancAnagni (Banca di Credito Cooperativo).
Questo libro è stata la prima guida che, basandosi su studi scientifici, ha diffuso presso il grande pubblico, la descrizione e la suddivisione in contrade di Anagni in età medioevale. Da qui probabilmente ha preso spunto la divisione in contrade alla base del Palio di Anagni (dal 1994).
La guida è stata molto imitata, spesso senza essere citata.
Potete trovare il volumetto in biblioteca; esiste anche l'edizione in inglese.
Le stampe qui riprodotte, esclusa la prima del 1749, fanno parte dell'opera: Recueil de Vues et fabriques pittoresques d'Italie,... Paris, 1804. Le acqueforti sono opera di BOURGEOIS Florent Fidèle Constant (1767-1836), pittore e disegnatore francese, allievo di David. Le sue opere sono esposte a Fontainebleau e al museo d'Orsay. AnagniArte
Le contrade medievali di Anagni
Stampa del 1749 - Panorama di Anagni
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Al culmine della sua ascesa storica, verso la fine del XIII secolo, la città di Anagni era suddivisa in
dieci contrade (o regioni), disposte in gran parte lungo la sua strada più importante, la via Maggiore (l’odierna via Vittorio Emanuele).
Dalla parte alta a quella bassa le principali otto contrade erano così disposte:
CASTELLO
La contrada Castellum (odierna S.Maria) racchiude l’area dell’antica acropoli ernico-romana.
Prese questo nome nel Medioevo grazie alla sua caratteristica di regione fortificata. Isolata rispetto alla città dalle costruzioni romane e dai palazzi baronali, rappresentò per lungo tempo un punto di estrema importanza strategica nella politica della Chiesa.
Dal periodo di Bonifacio VIII, per la continua presenza di baroni imparentati con il Papa, la contrada venne indicata anche con l’appellativo di Quartiere Caetani. Il Castello racchiude entro i suoi confini parte dei monumenti e tesori più significativi della città: porta Santa Maria,
la Cattedrale con la Cripta, il palazzo di Bonifacio VIII e il palazzo Trajetto.
TORRE
In questa contrada, nell’area dell’attuale piazza Dante, sorgeva probabilmente il foro romano. Ne costituivano il necessario sostegno i pilastri in opus quadratum e la possente sostruzione in opus reticulatum ancora visibili lungo via Bagno, notevole esempio di architettura sillana.
La contrada Turris (odierna S. Giovanni) si trovava a ridosso dell’antica acropoli. Il toponimo deriva dall’elemento architettonico che la caratterizzava maggiormente nel Medioevo: la casa torre. Questa tipologia di abitazione, che si sviluppa in altezza e presenta sul fronte stradale il lato breve, conobbe la massima diffusione nel Duecento in concomitanza con l'emergere della classe borghese.
TRIVIO
La contrada Trivio è situata in una zona quasi pianeggiante al centro della città. Il toponimo della regione deriva dal trivio stradale che si sviluppa quasi all’altezza del palazzo comunale.
L’intera contrada, vero e proprio centro commerciale-amministrativo della città (il Comune), presenta notevoli esempi di architettura civile medievale.
TUFOLI
La regione Tufoli, odierna S. Pancrazio, situata nella parte settentrionale della città tra il Castello, il Trivio e la regione di Piscina, è stata in ogni tempo quartiere popolare. Rimasta ai margini del grande rinnovamento edilizio del XVIII e XIX secolo, ha conservato un originale tessuto urbanistico medievale.
PISCINA
Questa contrada, il cui toponimo trae origine dalla presenza di una fonte (Fons Piscinae) che probabilmente riforniva le terme in epoca romana e che è ricordata tra i beni del comune in un documento del 1321, si estende a nord della via Maggiore. Per la sua esposizione e per la leggera depressione in cui si trova non è mai stata particolarmente popolata. L’unico asse viario (via Piscina), parallelo alla Via Maggiore, parte dall’interessante monastero di S. Chiara per arrivare, fiancheggiato da edifici rimodernati, nella zona del parco pubblico a ridosso delle mura romane, in vicinanza del grande complesso degli Arcazzi.
COLLE SANT’ANGELO
La regio collis Sancti Angeli, delimitata dalla via Maggiore e a sud dalle mura romane, occupava la zona in gran parte pianeggiante che va dal Palazzo comunale alla regione Valle S. Andrea. Per la sua posizione dominante, rispetto a quest’ultima ed alla contrada Piscina, fu scelta dalla potente famiglia Conti per costruirvi il proprio palazzo in un periodo (fine del XIII secolo) nel quale le altre posizioni strategiche della città, Castello e Torre, erano occupate dai Caetani.
Le principali vie della contrada, oltre alla citata via Maggiore, sono: parte di via della Valle e l’attuale via Garibaldi che termina con la cinquecentesca porta San Francesco.
VALLE SANT’ANDREA
Questa contrada, il cui toponimo è dettato dalla morfologia della zona, leggermente depressa rispetto al confinante S.Angelo, è racchiusa entro due direttrici principali: la centrale via Maggiore, sulla quale si affacciano palazzi settecenteschi, e buona parte di via della Valle, caratterizzata da molti edifici medievali. Alla confluenza delle due strade si apre la piazzetta con la chiesa di Sant’Andrea.
CERERE
La contrada, documentata già dal 1081, occupa la parte occidentale della città, a ridosso di porta Cerere da cui prende il nome.
La regione, ingresso cittadino per i viaggiatori provenienti da Roma, è in buona parte racchiusa da due bastioni cinquecenteschi (Spizzone e Arci) ed è attraversata, sulla sua parte piana, dal tratto iniziale della Via Maggiore. La strada, costeggiata da edifici medievali, alternati a palazzetti, è parallela ad altre due vie che si sviluppano nella zona rilevata della contrada: la via Mezzo (Via Pio Salvati) con interessanti abitazioni dei secoli XIV e XV e la via Superiore o di S. Domenico, il cui toponimo ricorda la presenza di una chiesa, oggi scomparsa dedicata al Santo.
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Vedi anche: Anagni - Modifiche della toponomastica. Salvare la memoria storica di Anagni.(2012)
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sabato 1 settembre 2018
Anagni - Uniti e decisi per l'Ospedale
L’obiettivo perseguito da lungo tempo dalla Regione Lazio a guida Zingaretti e dalla ASL di Frosinone, ovvero di abbattere definitivamente l’ultima struttura che offriva un minimo servizio di emergenza/urgenza per la zona nord della provincia di Frosinone, ha portato come ben sappiamo alla chiusura del Punto di Primo Intervento presente nell’ ex-Ospedale di Anagni, sostituito dal PAT (Presidio Ambulatoriale Territoriale). Vale a dire, agli stessi costi, è stato sostituito un servizio efficace, il Punto di Primo Intervento, con il nulla che risponda alle esigenze della città e dei comuni limitrofi.
La manifestazione del 2 agosto ha dato certamente un segnale politicamente importante per la presenza, accanto al Sindaco di Anagni, dei sette sindaci dei Comuni dell’area nord della provincia, i quali hanno dichiarato di voler affrontare uniti il problema sanitario senza etichette di partito, riconoscendo l’urgenza sanitaria come scelta politica comune che vada oltre le convenienze di bottega, le chiacchiere inconcludenti, la difesa d’ufficio di decisioni indifendibili.
Va invece rafforzata l’unità di azione tra istituzioni e cittadini per ottenere risultati concreti, ma tale obiettivo si può raggiungere soltanto con un costante attivismo da parte dei sindaci nel chiedere il pronto soccorso, con i servizi collegati come da piattaforma dei cinque punti, approvata due anni fa dai nove comuni della zona nord e una chiara informazione data ai cittadini su tutte le iniziative, amministrative, giuridiche e politiche già intraprese e da intraprendere da parte del Sindaco di Anagni e di tutti gli altri Sindaci.
Ogni ritardo e omissione nelle iniziative e nell'essenziale e corretta comunicazione comporterebbe, inevitabilmente, la caduta del rapporto di fiducia instauratosi faticosamente tra chi governa e chi è governato e renderebbe molto deboli gli strumenti di intervento, vanificando la risposta che è venuta il 2 agosto scorso.
Il Comitato “ Salviamo l’ ospedale di Anagni
Il cittadino percepisce quindi che in questo caos l’unica certezza è il taglio dei servizi sanitari pubblici, a fronte di nulla che garantisca il diritto alla parità di accesso alle prestazioni sanitarie, ma spalanca la porta alle strutture private, per chi può pagarsele.
Vedi anche lo Stop all’assistenza sanitaria per i cardiopatici cronici della provincia di Frosinone al di sopra dei 69 anni, decretato dalla Asl di Frosinone. Non è un caso che, nel 2017, secondo i dati ufficiali dell’IPS (Indice Performance Sanitaria) e del Censis circa 13 milioni di Italiani abbiano rinunciato a curarsi per motivi economici. In pratica una famiglia su tre. Tutto questo mentre la Regione Lazio ha imposto ai cittadini l’addizionale regionale Irpef al massimo livello.
La reazione degli Anagnini alla gravità di quanto successo è stata l’imponente manifestazione del 2 agosto, promossa dal Movimento “Adesso Basta” per chiedere la riapertura del PPI e l’avvio delle procedure necessarie per avere il Pronto Soccorso. A questo scopo è stato allestito un presidio permanente davanti all’ex-Ospedale per una raccolta di firme (oltre ventimila finora) che procede senza sosta e con ottimi risultati.
La manifestazione del 2 agosto ha dato certamente un segnale politicamente importante per la presenza, accanto al Sindaco di Anagni, dei sette sindaci dei Comuni dell’area nord della provincia, i quali hanno dichiarato di voler affrontare uniti il problema sanitario senza etichette di partito, riconoscendo l’urgenza sanitaria come scelta politica comune che vada oltre le convenienze di bottega, le chiacchiere inconcludenti, la difesa d’ufficio di decisioni indifendibili.
Va invece rafforzata l’unità di azione tra istituzioni e cittadini per ottenere risultati concreti, ma tale obiettivo si può raggiungere soltanto con un costante attivismo da parte dei sindaci nel chiedere il pronto soccorso, con i servizi collegati come da piattaforma dei cinque punti, approvata due anni fa dai nove comuni della zona nord e una chiara informazione data ai cittadini su tutte le iniziative, amministrative, giuridiche e politiche già intraprese e da intraprendere da parte del Sindaco di Anagni e di tutti gli altri Sindaci.
Ogni ritardo e omissione nelle iniziative e nell'essenziale e corretta comunicazione comporterebbe, inevitabilmente, la caduta del rapporto di fiducia instauratosi faticosamente tra chi governa e chi è governato e renderebbe molto deboli gli strumenti di intervento, vanificando la risposta che è venuta il 2 agosto scorso.
Il Comitato “ Salviamo l’ ospedale di Anagni